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Dal lavoro alla giustizia. Le riforme che l'Europa ci chiede e a che punto siamo in Italia

Può sembrare un dialogo difficile, a volte fra sordi, ma così non è. Le riforme più volte evocate, ormai pretese, dai vertici Ue sono state scritte nero su bianco nella Raccomandazione del Consiglio Europeo sul programma nazionale di riforma 2014, approvato il 2 giugno scorso. Ecco gli obiettivi indicati e lo stato dell'arte

2. Le riforme che ci chiede l'Europa / Fisco

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La raccomandazione
Bruxelles invita ad accelerare decisamente per attuare la legge delega di riforma fiscale entro marzo 2015, approvando i decreti che riformano il Catasto. Fra gli altri obiettivi: sviluppare ulteriormente il rispetto degli obblighi tributari, semplificare le procedure, migliorare il recupero dei debiti fiscali, modernizzare l'amministrazione fiscale. La lotta all'evasione fiscale resta fra le questioni calde. Non solo, all'Italia si chiedono misure aggiuntive per contrastare l'economia sommersa e il lavoro irregolare. Fa discutere inoltre l'ipotesi di possibili ritocchi alle aliquote Iva, di cui si era parlato durante il governo Letta, nel quadro di un riordino complessivo. Lo scopo sarebbe «trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all'ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio». A giugno il Consiglio aveva poi sottolineato la necessità di valutare l'effetto degli 80 euro (intesi come riduzione del cuneo fiscale) e il finanziamento per il 2015. Fonte di polemiche anche il vaglio dell'adeguamento delle accise su diesel e benzina e la loro indicizzazione legata all'inflazione.

Che cosa è stato fatto
Entro fine anno sono attesi tutti gli altri decreti legislativi attuativi della delega fiscale, approvata in Parlamento a fine febbraio. Se vedranno la luce, si potrà presentare a Bruxelles una riforma complessiva che investirà sia l'aspetto decisivo della riduzione e razionalizzazione degli adempimenti, sia quello della revisione dell'abuso del diritto, del catasto, e del sistema sanzionatorio. Per ora le Camere hanno dato l'ok con le proprie osservazioni sui primi due decreti legislativi elaborati dal Governo: quello sulle commissioni censuarie (primo tassello della riforma del Catasto) e quello sulle semplificazioni fiscali (che contiene tra l'altro la dichiarazione dei redditi precompilata dal 2015). Dopo un ulteriore passaggio in Consiglio dei ministri, i testi saranno inviati alle Camere per un secondo parere. Il decreto che riforma le accise sui tabacchi è stato inviato al Parlamento, ma il grosso delle norme attuative della delega deve ancora arrivare: dalla codificazione della nozione di «abuso del diritto» a quella di «autonoma organizzazione» per l'Irap, dalle sanzioni tributarie alla nuova disciplina degli interpelli. Quanto agli 80 euro il governo ha promesso di trasformare il bonus in una misura permanente con la legge di stabilità. Allo studio un'estensione alle famiglie numerose e agli incapienti, ma bisognerà fare i conti con le risorse. L'esecutivo sta lavorando, sempre all'interno della legge di stabilità, anche a un intervento di taglio selettivo ulteriore dell'Irap o, in alternativa, a un intervento di riduzione dei contributi che gravano sulle imprese, per abbattere il carico fiscale sul lavoro a beneficio delle imprese.

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