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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2014 alle ore 13:04.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2014 alle ore 18:05.
La commissione lavoro del Senato ha approvato il disegno di legge delega sul lavoro. Il Jobs Act approderà martedì in aula. Prima del disco verde restava da votare l'articolo 4 con l'emendamento del Governo sul contratto indeterminato a tutele crescenti per le nuove assunzioni, che apre la strada al superamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sulla disciplina dei licenziamenti. L'emendamento, che continua a provocare malumori nel Pd, è stato approvato in commissione.
Pd in Commissione ha votato sì a Jobs act
Gli otto componenti del Pd in commissione lavoro al Senato (nonostante qualche mal di pancia sull'emendamento del governo) hanno votato sì al Jobs act. Sel e 5stelle hanno abbandonato i lavori della Commissione per protesta, mentre i parlamentari di Forza Italia si sono astenuti.
Sacconi: un voucher per ricollocare chi perde il lavoro
Soddisfatto Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato e relatore del provvedimento,per il quale le norme appena varate rappresentano «l'incontro tra due riformismi». Sacconi ha lanciato la proposta di un «voucher, una sorta di bonus, in mano al lavoratore che ha perso il posto, da consegnare alle agenzia di lavoro, pubbliche o private, che lo incassano però solo se la ricollocazione arriva a buon fine». Per Sacconi non ci sono dubbi: con l'emendamento del governo alla delega c'è «la revisione delle tutele nel contratto a tempo indeterminato. Con indennizzo proporzionato all'anzianità e dunque senza il reintegro dell'art.18. Una posizione, quella del superamento dell'articolo 18 in cambio di nuove tutele, che sembra ormai fatta propria ormai anche dal premier Renzi, che pure ha promesso per fine mese una direzione ad hoc sul tema del lavoro
Bersani: intenzioni surreali, governo deve chiarire
Ma l'ex segretario Pd Pier Luigi Bersan ha dato oggi voce al malessere della minoranza. E attacca la linea dell'esecutivo: «È assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie». Poi ha aggiunto: «Leggo oggi sui giornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai miei occhi surreali», con riferimento all'abolizione del reintegro previsto dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. E ha avvertito Renzi: «Chi è licenziato ingiustamente ha diritto al reintegro»
Orfini (Pd): servono importanti correzioni Jobs act
Perplessità anche dai "giovani turchi". «I titoli del jobs act sono condivisibili. Lo svolgimento meno», ha scritto su twitter il presidente dell'Assemblea nazionale Pd, Matteo Orfini, che ha aggiunto: «Ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo». Mentre Gianni Cuperlo ha avvisato: «Se gli innovatori sono la destra che pensa di uscire dalla crisi riducendo i diritti e la dignità di chi lavora, io penso sia giusto stare dall'altra parte. Se invece l'innovazione è mettere al centro l'estensione di quei diritti anche a chi ne è privo si apre non un sentiero ma un'autostrada.
Bonanni:mobilitazione unitaria contro sordità governo su art. 18
Mentre il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha annunciato una «mobilitazione unitaria» a difesa dell'articolo 18 con Cgil e Uil pe«rispondere alla sordità del governo»
Poletti: nessuna modifica su emendamento
Ma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rispondendo a una domanda su eventuali modifiche all'emendamento al Jobs Act, ha messo le mani avanti. E ha avvertito: «Non è previsto che il Governo faccia correzioni sul testo, adesso c'è il lavoro parlamentare». E ha anche aggiunto di essere «fiducioso» che il testo passi in Parlamento.
Guerini: giusto discutere, Pd si farà trovare unito
Il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, lasciando la sede nazionale del partito, ha gettato acqua sul fuoco delle divisioni del partito. E ha assicurato: «La delega è in corso di perfezionamento ed è giusto che il Pd discuta e definisca la propria posizione. Il Partito democratico si troverà assolutamente unito, stiamo lavorando per questo». E Deborah Serracchiani ha aggiunto: «Sul ddl delega siamo vicini a trovare la quadratura sugli articoli più importanti e quindi arriveremo fino in fondo».
Summit lavoro confermato a Milano l'8 ottobre
Intanto è terminato il giallo sul vertice Ue di ottobre sul lavoro, previsto dalle conclusioni del Consiglio europeo del 30 agosto, su iniziativa del premier italiano Matteo Renzi e del presidente francese François Hollande, e che ieri sembrava fosse stato cancellato. Una versione, quest'ultima, smentita ieri da fonti italiane, ma confermata oggi da Pia Ahrenkilde-Hansen, portavoce del presidente della Commissione europea Jose' Manuel Barroso. «Nella forma in cui era stato organizzato e annunciato nell'ambito dell'ultimo Consiglio europeo, il vertice sul lavoro non si terrà» aveva detto stamattina la portavoce a Bruxelles durante il briefing quotidiano della Commissione con la stampa. Nel pomeriggio il cambio di rotta in un tweet: «Il summit sull'occupazione è riconfermato per l'8 ottobre a Milano, e il presidente José Barroso parteciperà». Notizia confermata anche in serata dal sito internet del governo italiano.
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