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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2014 alle ore 18:15.
L'ultima modifica è del 17 settembre 2014 alle ore 18:41.
L'emendamento sul contratto a tempo indeterminato «a tutele crescenti» per i «nuovi assunti» presentato dal governo all'articolo 4 del disegno di legge delega sul lavoro (il Jobs Act) scatena già polemiche, con interpretazioni differenti nella maggioranza. Per il presidente della Commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, relatore del provvedimento, non ci sono dubbi: con la delega c'è «la revisione delle tutele nel contratto a tempo indeterminato (art.18)». La mediazione è l'applicazione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti «alle nuove assunzioni». Con indennizzo proporzionato all'anzianità e dunque senza il reintegro dell'art.18.
Più cauto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che dichiara: «Quando faremo i decreti attuativi prenderemo una decisione» sull'art.18. Mette le mani avanti anche l'ex sindacalista Cesare Damiano (Pd): «l'emendamento del governo lascia aperte molte interpretazioni». Mentre il segretario della Cgil Susanna Camusso definisce il superamento dell'articolo 18 uno scalpo da portare ai falchi delle politiche liberiste in Ue. E il leader Fiom Maurizio Landini non ha escluso, in caso di eliminazione dell'art.18, la possibilità di ricorrere allo sciopero. Opzione possibile anche per la Camusso.
Sacconi: contratti dei neo-assunti senza reintegro
Soddisfatto il relatore Maurizio Sacconi (Ncd) per il quale «la nuova formulazione prevede un testo unico semplificato sulla disciplina complessiva dei rapporti di lavoro, sostitutivo dello Statuto dei lavoratori con particolare riguardo ai tanto discussi articoli 4, 13 e 18». Per Sacconi la mediazione trovata nella maggioranza sta nell'applicazione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti «alle nuove assunzioni». Con indennizzo proporzionato all'anzianità e dunque senza il reintegro dell'art.18. Ma «a regime sarà per tutti quello».
Poletti: decisione art.18 in decreti attuativi
Più cauto il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, che ha preso tempo sull'articolo 18. «Quando faremo i decreti attuativi prenderemo una decisione» sull'art.18, ha detto alla Camera. Per Poletti l'emendamento del Governo, concordato con il relatore, al disegno di legge delega sul lavoro, punta a «rendere possibile una rapida approvazione della delega da parte della Commissione e del Senato».
Damiano (Pd): da destra letture di bandiera
L'ex sindacalista Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro della Camera, non si rassegna alla cancellazione dell'articolo 18. E dichiara: «La delega sul lavoro andrà definita con i decreti attuativi. L'emendamento del governo lascia aperte molte interpretazioni. Leggere questo testo con posizioni di bandiera e di comodo, come stanno facendo alcuni esponenti della destra, non serve». Poi attacca: «la battaglia continuerà sulla difesa dell'art. 18».
Camusso (Cgil): articolo 18 è scalpo per falchi Ue
Una forte critica alla politica economica del governo è venuta dalla relazione della leader Cgil, Susanna Camusso, che nel suo intervento al direttivo della confederazione avrebbe definito il superamento dell'articolo 18 uno scalpo da portare ai falchi delle politiche liberiste in Ue. Alla domanda se lo sciopero sia un'opzione, Camusso ha risposto: «Non escludo alcuna delle iniziative possibili». E ha spiegato come sia stato chiesto un confronto a Cisl e Uil sul punto.
Bonanni (Cisl): articolo 18 è ossessione, governo dia i dati
Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni l'articolo 18 è «una ossessione, una discussione senza senso». Il segretario generale della Cisl ha così commentato le ipotesi di riforma del mercato del lavoro e della norma dello Statuto dei lavoratori. «A Poletti e al governo intero chiedo che rassegni i dati pubblici sulla gestione dell'articolo 18 negli ultimi due anni, dopo la riforma Monti», ha aggiunto. «Dai nostri dati i casi sono pochi e tutti risolti bene. Quindi cos'è questo articolo 18? Perché questa ossessione? Si vuole dare in pasto all'opinione pubblica una discussione che non ha senso».
Angeletti (Uil): se si tocca articolo 18 reagiremo, anche con sciopero
Dura la reazione anche della Uil. «Se nei decreti attuativi si toccherà l'art.18 il sindacato non resterà inerte. Vedremo cosa: sul tavolo tutte le opzioni, dalla sciopero al referendum», ha detto il leader Uil, Luigi Angeletti, a margine del XV congresso Uilm.
Landini (Fiom): se necessario pronti a sciopero
E l'ipotesi sciopero è stata evocata anche dal segretario della Fiom Maurizio Landini per il quale «non si può usare il contratto a tutele crescenti per cancellare l'art. 18, altrimenti si tratta di una presa in giro». Per Landini, in caso di eliminazione dell'art.18, la Fiom non «esclude alcuna forma di mobilitazione»
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