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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2014 alle ore 17:59.
L'ultima modifica è del 21 settembre 2014 alle ore 19:58.

Cgia: le cose non stanno come dice Renzi
Era stato il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, a smentire il premier dopo aver ascoltato l'intervista al Tg2: «Le cose non stanno come dice Renzi. Alle imprese spettano altri 35 miliardi». Il problema, aveva sottolineato Bortolussi, « non è quanti soldi sono stati messi a disposizione, ma conoscere quanti soldi sono stati pagati alle imprese rispetto al debito complessivo accumulato in questi anni dalla Pa nei confronti dei fornitori». La Cgia ha snocciolato di nuovo le cifre diffuse ieri: tra il 2013 e il 2014 i Governi hanno messo a disposizione 56,8 miliardi di euro. Al 21 luglio scorso, ultimo dato aggiornato, sono stati pagati 26,1 miliardi (il 46% dei fondi). Stando alle affermazioni del ministro Padoan, la Pa, dal 21 luglio a oggi, avrebbe pagato altri 5-6 miliardi. Dunque «entro il 21 settembre dovrebbero essere stati onorati 32 miliardi di euro circa, ovvero il 56,3% delle risorse messe a disposizione».
Le imprese avanzano altri 35 miliardi
Un problema ulteriore - ha denunciato la Cgia - è conoscere lo stock di debito. «Renzi ci può dire a quanto ammonta?», chiede Bortolussi. «La verità è che non lo sa lui e nemmeno il ministero dell'Economia. Gli unici che lo hanno stimato sono i ricercatori della Banca d'Italia». Secondo via Nazionale, al 31 dicembre 2013 i debiti commerciali in capo alla Pa sono pari a poco più di 75 miliardi di euro. «Se a questo importo togliamo 8,4 miliardi di euro che l'anno scorso sono stati ceduti agli intermediari finanziari attraverso la clausola del pro soluto, vale a dire crediti che le imprese hanno ceduto alle banche, lo stock dovrebbe essere pari a 66,6 miliardi di euro. Se da questi ultimi storniamo i 32 miliardi che presumibilmente la Pa ha pagato entro il 21 settembre, le imprese ne avanzano altri 35 circa».
Grillo: «L'ennesima bugia del nostro premier»
«Bugiardo, bugiardo» titola il post che apre oggi il blog di Beppe Grillo. «Non ci sono santi che tengano - si legge -. Ecco l'ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta portando verso il baratro». Non solo i soldi erogati sono poco più della metà di quelli disponibili, ma «si tratta di soldi in gran parte stanziati dai Governi precedenti, per cui i meriti di Renzi sono pressoché pari a zero. Cosa se ne fanno le imprese italiane dei divertiti siparietti e delle scommesse del premier con Vespa?». Il M5S chiede quindi di sbloccare il decreto attuativo per la compensazione delle cartelle Equitalia con i crediti verso la Pa e ricorda che si avvicina il 30 settembre, termine «entro cui si sono impegnati a sbloccare il fondo di micro-credito per le piccole e medie imprese».
Brunetta: il premier si arrampica sugli specchi
Bordate anche da Forza Italia. Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, ricorda che dei 68 miliardi promessi dal presidente del Consiglio alle imprese dal suo Governo «sono stati pagati solo 3,3 miliardi, pari al 4,85%»: il resto delle risorse era stato messo a disposizione dagli Esecutivi precedenti. «Nulla è cambiato da quando è al Governo, rispetto ai suoi predecessori Letta e Monti», dice Brunetta, che invita il premier a smetterla di «arrampicarsi sugli specchi» e di avere «l'umiltà di dire che non ce l'ha fatta».
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