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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2014 alle ore 17:56.
L'ultima modifica è del 27 settembre 2014 alle ore 18:16.

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L'articolo 18 non è «un dogma di fede» e la sua eventuale abolizione serve solo se crea posti di lavoro «altrimenti non serve a niente». Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in occasione dell'incontro sul tema del lavoro con i rappresentanti dei sindacati confederali del capoluogo ligure, parlando dell'ipotesi di superamento dell'articolo 18 e dello statuto dei lavoratori.

Obiettivo creare posti di lavoro, altrimenti non serve
«Non ci sono - ha detto il cardinale - dogmi di fede e non ci sono dogmi di nessun genere per quel che riguarda le prassi sociali. Anche questo nodo deve essere affrontato con una sola intenzione, un solo obiettivo: bisogna valutare questa questione in chiave propositiva perchè qualunque decisione, qualunque modo di affrontare l'articolo 18, deve mirare a creare posti di lavoro o altrimenti non serve a niente. Vincerà un'idea ma non vincerà il bene di tutti». Sulla questione del lavoro , aveva affermato ieri il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, ci sono «troppe bandiere che sventolano». Il segretario generale della Cei aveva detto di essere «sempre preoccupato quando alcuni temi decisivi vengono posti sul piano dello scontro», perché «la categoria del scontro è sterile» e «alla fine ci saranno morti da una parte e dall'altra» e verranno adottate «soluzioni a mezz'aria».

Isis, scenario preoccupante
«É uno scenario molto preoccupante - ha detto Bagnasco commentando l'offensiva dell'Isis in Iraq e Siria - da prendere molto sul serio, senza paura neppure di dire le cose che sono politicamente scorrette, altrimenti si affrontano le cose con atteggiamento di inferiorità, che non fa bene, non serve, oppure di arroganza e violenza. La cosa è molto seria» e «ha un aspetto fra l'altro inedito che è quello della esibizione dell'orrore e della barbarie».

Eterologa: i bambini sono un dono non un diritto
«I bambini si generano, non si producono, sono un dono, non un diritto», ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, a margine dell'incontro sul tema del lavoro commentando l'introduzione della fecondazione eterologa in Italia.


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