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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 09:12.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2014 alle ore 13:24.

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(Reuters)(Reuters)

Pechino - Non si ferma la protesta per ottenere elezioni democratiche a Hong Kong. La situazione resta critica, mentre il Governo di Pechino, al quale in ultima istanza resta la decisione sul da farsi, corre in soccorso del governatore Leung che, però, non si dimetterà.
La dimostrazione di piazza di Occupy central e del movimento degli studenti è illegale. La Cina in una dichiarazione ufficiale ha detto di voler confermare pieno sostegno al Governatore di Hong Kong.

Da tre giorni almeno la città è paralizzata. I movimenti hanno chiesto la testa di Leung Chun-Ying che ha detto però di non volersi dimettere.
Resta fondamentale che Hong Kong si allinei con Pechino. Leung Chun-ying ha detto che non intende cedere alle richieste dei manifestanti, anche se ha comunque ammesso di aspettarsi che il movimento di Occupy Central, che sta animando le proteste avviate dagli studenti, possa «durare per un periodo lungo di tempo».
Ma Leung sa bene che la decisione di Pechino sulla legge elettorale con cui nel 2017 si dovrà scegliere il prossimo leader di Hong Kong (possono concorrere solo due o tre candidati approvati da una commissione di 1.200 persone scelte in quattro settori della società civile) è definitiva.

I dimostranti chiedono che la riforma venga ritirata per una legge elettorale a suffragio universale. Leung non ha dato indicazioni su come intende gestire la situazione, già ieri erano circolate voce sull'apertura di un negoziato con i leader del movimento.
Intanto i dimostranti hanno detto di aver istituito centri di raccolta ed anche di primo soccorso. Insomma, la protesta non si fermerà facilmente.

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