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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 10:46.
L'ultima modifica è del 01 ottobre 2014 alle ore 16:38.

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Francois Hollande (Afp)Francois Hollande (Afp)

La Francia «rifiuta l’austerità» e per «rimettere il Paese sulla strada giusta» non rispetterà gli obiettivi sul deficit fino al 2017. Parola del ministro delle Finanze Michel Sapin, che oggi ha presentato la Finanziaria 2015. Una manovra con numeri molto diversi da quelli che vorrebbe la Commissione europea: prevede infatti un deficit del 4,4% del Pil nel 2014, che resterà praticamente invariato l’anno prossimo (4,3%), nel 2016 scenderà al 3,8% e solo nel 2017 andrà al 2,8%, cioè sotto il tetto di Maastricht del 3 per cento. In precedenza Parigi si era impegnata a scendere sotto il 3% fin da quest'anno. Si apre dunque una battaglia con Bruxelles e con Berlino. Dalla Germania Angela Merkel ha ribadito la posizione tedesca: «Non siamo ancora al punto in cui si possa dire che la crisi è alle nostre spalle - ha affermato - I Paesi devono fare i loro compiti per il loro benessere», ha aggiunto, ricordando che il patto di stabilità e crescita «si chiama così perché non può esserci crescita sostenibile senza finanze solide». Nel pomeriggio è arrivata anche la reazione del presidente dell’Eurogruppo: «La Francia, come altri Paesi - ha detto Jeroen Dijsselbloem -deve lavorare più duramente» perché «deve rispettare le regole del Patto di stabilità, riguadagnare competitività, rendere flessibile il mercato del lavoro».

Il Governo francese «respinge l’austerità»
«Abbiamo preso la decisione di adattare il passo di riduzione del deficit - spiega Sapin - alla situazione economica del Paese». «La nostra politica economica - aggiunge Sapin - non sta cambiando, ma il deficit sarà ridotto più lentamente del previsto a causa delle circostanze economiche». «Nessun ulteriore sforzo - si legge in un comunicato che accompagna i numeri della legge di bilancio - sarà richiesto alla Francia, perché il governo, assumendosi la responsabilità di bilancio di rimettere sulla giusta strada il Paese, respinge l'austerità».

Debito pubblico al 98% del Pil nel 2016
Sapin aveva già preannunciato che i target di deficit per il 2015 erano inattuabili e ribadisce che la Francia l'anno prossimo crescerà solo dell'1 e dell'1,9% nel 2017. Inoltre definisce «senza precedenti» lo sforzo del governo di tagliare di 50 miliardi di euro i volumi della spesa pubblica entro il 2017, pur riconoscendo che il totale della spesa pubblica in questo periodo registrerà un rialzo dello 0,2%. Questo significa che il debito pubblico toccherà nel 2016 un picco del 98% del Pil, iniziando una lieve discesa nel 2017 (guarda i grafici).

Pagella Ue a metà ottobre
La Commissione europea si dovrà esprimere sulla manovra francese, come sui programmi degli altri Paesi, a metà ottobre. Un giudizio che si annuncia severo per Parigi, da troppo tempo fuori linea rispetto alle raccomandazioni dell’Unione Europea. Gli Stati europei «devono rispettare le raccomandazioni specifiche per Paese» che sono state approvate dal Consiglio Ue su proposta della Commissione: questa la prima reazione del portavoce Ue agli affari economici, Simon O’Connor. Una sponda a Bruxelles potrebbe arrivare dalla Corte dei Conti francese, che oggi ha definito «troppo ottimistiche» le previsioni economiche del Governo per il biennio 2016-2017, lasciando dunque intendere che il deficit di bilancio potrebbe restare sopra il 3% più a lungo del previsto.

I riflessi sull’Italia
Una manovra così poco in linea con le indicazioni europee può essere di aiuto all’Italia, che ha appena annunciato un deficit del 3% quest’anno, del 2,9% nel 2015 e un pareggio di bilancio nel 2017. I conti italiani dunque sono decisamente migliori di quelli francesi. Con un’eccezione rilevante: il nostro debito pubblico è al 131,6% quest’anno, mentre quello francese viaggia intorno al 95 per cento. È questo il tallone d’Achille italiano che riduce i margini di manovra di Renzi con Bruxelles.

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