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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 20:36.
L'ultima modifica è del 01 ottobre 2014 alle ore 07:58.

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Il Consiglio dei ministri, che si è riunito con quasi un’ora di ritardo rispetto alla convocazione, fissata per le 18.30, ha approvato la Nota di aggiornamento al Def, recependo il nuovo quadro macroeconomico tendenziale, di gran lunga peggiore di quanto era stato previsto ad aprile. Come oggi ha messo nero su bianco anche l’Istat, certificando che «l'attuale fase di debolezza del ciclo economico» proseguirà. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha ribadito: «Non ci sarà nessuna manovra aggiuntiva nel 2014».

Pil giù dello 0,3% nel 2014, deficit al 3%
Nel documento sono ritoccati al ribasso tutti gli indicatori, a partire dal Pil, indicato in calo dello 0,3% (contro il +0,8% stimato ad aprile) per poi risalire a +0,6% nel 2015. Parallelamente il deficit sale al fatidico 3%, senza superarlo, per poi scendere di nuovo al 2,9% nel 2015. «I vincoli chiesti dall'Europa vengono pienamente rispettati», ha sottolineato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla fine del Cdm, aggiungendo che con Bruxelles «ci sarà normale dialogo, sia con commissione uscente sia con quella entrante». Il pareggio di bilancio slitta al 2017, dal 2016 previsto ad aprile. E il debito si attesterà al 131,6% del Pil nel 2014 e al 133,4 nel 2015. La disoccupazione è stimata al 12,6% quest’anno e ancora al 12,5% per il 2015.

Rallenta l’aggiustamento del saldo strutturale
Padoan ha riconosciuto che «l’economia è molto deteriorata». «Siamo in una situazione che richiama le cosiddette circostante eccezionali, crescita negativa con tre
anni consecutivi di recessione e crescita dei prezzi vicina allo zero, e questo implica - ha spiegato - che nell'ambito delle regole europee è lecito immaginare un rallentamento del processo di aggiustamento del saldo strutturale che avverrà in misura positiva, anche se ridotta rispetto a quanto immaginato nel Def di aprile di quest'anno».

Padoan: nella legge di stabilità conferma degli 80 euro e taglio cuneo
Il ministro ha assicurato che nella legge di stabilità ci saranno «spazi di sostegno alla crescita», una riduzione del cuneo fiscale per le imprese «attraverso misure ancora da specificare», la conferma degli 80 euro e misure per gli ammortizzatori sociali. Questi ultimi, ha osservato, «saranno coperti da un insieme di aumenti di ricavi dalla spending review, da alcune misure sul lato delle entrate, che non significa aumento delle imposte ma efficientamento delle entrate (la tax expenditure), e dalla utilizzazione dei margini di bilancio». Misure, ha aggiunto, «che riteniamo siano sufficienti ad avviare in modo efficace la riforma del mercato del lavoro». La spending review continua, ha detto Padoan, «e sarà approfondita: coprirà i tagli delle imposte per famiglie e imprese, ma allo stesso tempo aumentarà l'efficienza della spesa pubblica». Ma altri margini di manovra potenziali potrebbero annidarsi in quello 0,7% tra il target del deficit tendenziale, stimato al 2,2%, e quello del deficit programmatico, calcolato per il 2015 al 2,9%.

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