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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 13:54.
L'ultima modifica è del 02 ottobre 2014 alle ore 08:30.

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«Valuteremo il progetto di legge di stabilità alla luce degli impegni presi nelle raccomandazioni, la nostra posizione è che gli impegni vanno rispettati». Così Simon O' Connor, il portavoce del commissario agli affari economici Jyrki Katainen, ha risposto a chi gli chiedeva l'opinione di Bruxelles all'annuncio italiano del rinvio del pareggio strutturale di bilancio al 2017 nella nota di aggiornamento del Def approvata ieri in Cdm. Il portavoce del Commissario Katainen, ha sottolineato però che la Commissione europea si astiene «per ora» dal commentare i nuovi obiettivi sui conti pubblici delineati dal governo italiano. Il giudizio arriverà solo dopo il 15 ottobre, scadenza prevista per il ricevimento di tutti i piani nazionali.

Ue: Stati devono rispettare le raccomandazioni
Per O' Connor gli Stati europei «devono rispettare le raccomandazioni specifiche per paese» che sono state approvate dal Consiglio Ue su proposta della Commissione. Il portavoce del commissario agli Affari economici e finanziari non ha commentato nello specifico i recenti annunci sui conti pubblici di Italia e Francia. «Gli impegni presi dagli Stati nei confronti degli altri sono comuni e il ruolo della commissione è quello di dire se i progetti di bilancio metteranno gli Stati sulla strada giusta per rispettare tali impegni», ha aggiunto. Il Def del governo italiano, così come il piano appena annunciato dalla Francia che rinvia al 2017 il calo del rapporto deficit/Pil sotto quota 3%, saranno esaminati dalla Commissione Ue solo dopo la scadenza del 15 ottobre. Solo dopo «faremo le nostre valutazioni e potremo procedere con le previsioni economiche che diffonderemo all'inizio di novembre», per ora non commentiamo la sostanza degli annunci dei governi», ha concluso.

La nota di aggiornamento del Def
Nel documento di aggiornamento del Def sono stati ritoccati al ribasso tutti gli indicatori, a partire dal Pil, indicato in calo dello 0,3% (contro il +0,8% stimato ad aprile) per poi risalire a +0,6% nel 2015. Parallelamente il rapporto deficit/Pil salirà al 3%, senza superare la soglia limite prevista dai trattati europei, per poi scendere di nuovo al 2,9% nel 2015. Cattive notizie sul fronte del pareggio di bilancio strutturale, che slitta al 2017, dal 2016 previsto ad aprile. E il debito si attesterà al 131,6% del Pil nel 2014 e al 133,4 nel 2015. La disoccupazione è stimata al 12,6% quest'anno e ancora al 12,5% per il 2015.

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