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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2014 alle ore 10:14.
L'ultima modifica è del 02 ottobre 2014 alle ore 17:39.

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Luciano Violante e Ignazio Francesco Caramazza. (Ansa)Luciano Violante e Ignazio Francesco Caramazza. (Ansa)

Niente da fare per i giudici della Consulta di nomina parlamentare. Sedicesima fumata nera oggi a Montecitorio al termine della votazione del Parlamento in seduta comune chiamato a indicare due nomi per la Consulta: nè Luciano Violante (Pd) nè Ignazio Francesco Caramazza, già avvocato generale dello Stato e nuovo candidato di Forza Italia, hanno raggiunto il quorum dei 570 voti necessari. La Conferenza dei capigruppo ha fissato il diciassettesimo scrutinio per mertedì 7 ottobre. Al voto di oggi hanno partecipato 804 parlamentari: circa 50 in meno della precedente votazioni. A Violante sono andare 511 preferenze, 450 a Caramazza, Bruno ha collezionato 66 voti, Baldassarre 22, Pace 12, Ainis 8. Ben 144 le schede bianche, 42 nulle, 37 disperse.

Fonti Pd: Violante continua ad essere il nostro candidato
Nel prossimo scrutinio il Pd insisterà sul nome di Luciano Violante. Fonti qualificate interne al partito hanno confermato oggi che la linea è di «andare avanti con Violante». «I nostri - aggiungono le stesse fonti - lo hanno sempre votato».

Il peso delle assenze e del mancato accordo con la Lega
A provocare l'affossamento del nuovo ticket di candidati, aggiornamento dell'accordo tra Fi e Pd dopo il ritiro tra le polemiche degli azzurri Catricalà e Bruno incapaci di raggiungere il quorum dei 3/5 dei votanti, i malumori nelle fila di Forza Italia. A pesare anche la scheda bianca dei parlamentari leghisti, innervositi per mancata consultazione da parte di Forza Italia, e le molte assenze tra i parlamentari, che hanno velocizzato in particolare la “chiama” dei senatori.

Malumori in casa Fi
Già ieri, subito dopo la comunicazione ufficiale del nuovo candidato, molti deputati azzurri, conversando con i cronisti, descrivevano Caramazza come una «una persona di 77 anni» che «non può essere messa in contrapposizione, da un punto di vista di peso politico, con una personalità forte come quella di Violante». Nei contatti degli ultimi giorni tra Pd, FI e Ncd sono circolati anche i nomi di altri possibili candidati: quello del costituzionalista Beniamino Caravita di Toritto, del presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Francesco Paolo Sisto, del presidente della commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma e del professore di Diritto pubblico comparato Giuseppe De Vergottini.

M5S ancora contro Violante: non ha requisiti per la Consulta
Nel corso delle votazioni, il Movimento 5 Stelle ha preso nuovamente posizione contro la candidatura di Luciano Violante, accusato di non avere i requisiti previsti dalla Costituzione per entrare alla Consulta, e in particolare la docenza universitaria in materie giuridiche per almeno due decenni. Luciano Violante - spiega una nota firmata “M5S Parlamento” - non ha nessuno dei requisiti necessari «per un motivo molto semplice: è un politico di professione, che siede in Parlamento dal 1991. Esattamente quello che la Costituzione non vuole: politici di professione che diventino giudici della Costituzione stessa».

Voto rinviato per il membro laico del Csm
Ancora aperta anche la partita dei membri laici del Csm di nomina parlamentare dopo la bocciatura, in sede di verifica dei requisiti, di Teresa Bene, candidata Pd rivelatasi priva dei titoli necessari per sedere a palazzo dei Marescialli, costringendo le Camere a nuove votazioni per un nuovo candidato. I presidenti delle Camere hanno deciso di rinviare ad altra data il voto inizialmente previsto per oggi, nonostante il pressing del Quirinale ad adempiere in fretta a questo obbligo.

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