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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2014 alle ore 16:26.
L'ultima modifica è del 02 giugno 2015 alle ore 16:51.

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La Banca centrale europea lancia i suoi acquisti di Abs e di covered bond, gli strumenti finanziari che impacchettano prestiti e mutui. Compresi quelli emessi da Cipro e Grecia, che non possono avere il rating minimo necessario, purché siano rispettate alcune condizioni. È l'avvio di un mini-quantitative easing, che non si estende certo ai titoli di Stato ma pone la Bce in controllo delle dimensioni del suo bilancio e della base monetaria.


Subito i Covered bond, poi gli Abs
L'obiettivo, ha detto il presidente Mario Draghi in conferenza stampa dopo la riunione del board a Napoli, è sempre quello di portare le aspettative di inflazione, che oggi puntano al ribasso, di nuovo verso il livello del 2%, individuato dalla Bce come ottimale. Gli acquisti di covered bond, che partiranno a metà mese, e quelli di Abs, previsti durante questo trimestre una volta che saranno individuati operatori esterni, hanno proprio questo scopo: la Banca centrale pagherà questi assets con liquidità creata da zero in base a quelle che sono le necessità della politica monetaria. Finora, invece, la liquidità iniettata era quella richiesta dal sistema bancario, e per molto tempo è calata mentre Eurolandia aveva bisogno un suo aumento.


Un'eccezione per Grecia e Cipro
Gli acquisti avverranno anche sul mercato primario, e quindi direttamente al momento dell'emissione. In questo senso potranno essere un incentivo a ulteriori cartolarizzazioni. I titoli acquistabili sono identificati da una serie di caratteristiche tecniche e di trasparenza, che esclude Abs e Covered bond troppo complessi. Tra i requisiti, c'è quello di avere un rating pari a BBB-Baa3 e BBB rispettivamente da Standard & Poor's, Moody's e Fitch. I titoli di Grecia e Cipro, che non possono avere un voto così alto perché la valutazione del Paese – che fa da tetto a tutte le altre – è più bassa, saranno comunque ammessi se rispetteranno altri criteri tra i quali, ha spiegato Draghi, quello di essere sotto la sorveglianza di un programma di stabilità finanziaria della Ue.


Possibili acquisti fino a mille miliardi
Durante i due anni di acquisti previsti, la Bce potrebbe teoricamente acquistare fino a mille miliardi di titoli: questo è l'«universo potenziale» dell'operazione. A questa liquidità si aggiungerà quella emessa con le Tltro, le aste di rifinanziamento finalizzate a spingere il credito. Draghi non ha però voluto dare una cifra-obiettivo, spiegando che tutto dipenderà dall'interazione delle tre operazioni (Abs, Covered bond, Tltro). La Bce conta di portare le dimensioni del suo bilancio a quelle di inizio 2012, quando salì da 2.700 a 3mila miliardi di euro, dagli attuali duemila miliardi. È la base, ha spiegato Draghi, su cui puntare per avere un notevole impatto sull'economia.


Il quantitative easing resta sul tavolo
La Bce resta inoltre vigilante sulle condizioni dell'economia. Nel caso in cui le aspettative di inflazione peggiorassero ancora le misure non convenzionali non sono escluse e – ha ripetuto e sottolineato Draghi – i consiglieri del board sono unanimi su questo punto. Oggi, ha spiegato il presidente, le aspettative a cinque anni sono «otto punti sotto il due per cento» e quindi, se l’interpretazione delle sue parole è corretta, puntano all’1,2 per cento. Le condizioni dell'economia di Eurolandia restano quindi fragili e i rischi sono tutti al ribasso. Draghi però non è sembrato molto contento della decisione francese di rinviare il ritorno del deficit per sostenere la ripresa: ha letto gli impegni presi dal Consiglio europeo, Francia compresa, a giugno ma ha rinviato ogni commento alla presentazione del suo documento di programmazione finanziaria. Le preferenze della Bce vanno verso un rispetto del patto con una redistribuzione delle spese pubbliche più favorevole alla crescita.

La delusione dei mercati
I mercati si aspettavano sicuramente qualcosa in più. Le banche centrali, la stessa Bce, hanno abituato gli investitori a ricevere informazioni relativamente precise sulle prossime mosse, in casi come questi, su quantità e tempi degli acquisti, e sugli obiettivi in termini di dimensioni di bilancio. Il presidente Mario Draghi ha eluso tutte queste domande, mentre ha rivendicato quanto la Bce ha fatto finora per sostenere le aspettative di inflazione, che - ha spiegato - devono essere la «misura ultima» dell’efficienza della Bce. Se non torneranno a puntare verso il 2% «nei prossimi mesi,e non nei prossimi anni», allora la politica monetaria avrà bisogno di nuove iniziative. Il qe pieno, gli acquisti di titoli di Stato, è quindi piuttosto lontano nel tempo, più lontano di quanto i mercati si aspettassero. Anche se l’economia di Eurolandia potrebbe averne bisogno prima.

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