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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2014 alle ore 12:19.
L'ultima modifica è del 06 ottobre 2014 alle ore 19:53.

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Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi (Ansa)Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi (Ansa)

Cantiere aperto per la legge di Stabilità 2014, il cui varo è fissato al 15 ottobre, con approdo in Parlamento nei giorni successivi. Il tema è sul tavolo di Palazzo Chigi, al centro di un faccia a faccia tra il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Un altro round sui contenuti è previsto domani, anche perché i tempi sono stretti: da mercoledì a domenica Padoan sarà a Washington per la riunione del Fmi, e successivamente sarà impegnato nelle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin il 13 e 14 settembre.

Da sciogliere il nodo Tfr in busta paga
Se verranno confermate le indiscrezioni degli ultimi giorni, la legge di bilancio allo studio di palazzo Chigi dovrebbe valere circa 20-22 miliardi di euro, e avrà il carattere di una manovra espansiva, indirizzando circa 15 miliardi al rilancio dell'economia, tra misure per il lavoro e riduzione delle tasse. Ancora da sciogliere il nodo sull'ipotesi del Tfr in busta paga, che ha incontrato la resistenza del mondo imprenditoriale e sindacale. Parlando a margine del vertice europeo dei sindacati, il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni, ha bocciato anche oggi l’operazione che «serve solo per la casse dello Stato, per incamerare cinque miliardi. Se ha a cuore i lavoratori Renzi faccia tasse zero per il Tfr». Praticamente certa invece la proroga di due anni il bonus per le ristrutturazioni edilizie e l'ecobonus, per dare maggiori certezze alle famiglie e allo stesso tempo non perdere l'effetto positivo dell'incentivo.

Stabilizzazione 80 euro e ammortizzatori tra gli interventi da finanziare
La manovra dovrebbe poi stabilizzare il bonus da 80 euro in busta paga (previste risorse per 7 mld), rafforzare gli sgravi Irap per le imprese (2-3 mld circa). In ballo anche il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali che dovrebbero accompagnare il Jobs Act (1,5 mld): le risorse per assumere una parte dei precari nella scuola (1,5 mld) e quelle per alleggerire il patto di Stabilità dei Comuni (1 mld). Quanto alle risorse disponibili, sulla base di una previsione di deficit/pil stirato al massimo al limite del vincolo Ue (2,9% nel 2014 secondo il Def), il governo potrebbe sfruttare il margine di indebitamento tra deficit tendenziale e deficit programmato, dal 2,2 al 2,9% appunto, è cioè 0,7 punti di pil pari a circa 9 mld.

Spending review da 4 mld
Per quanto riguarda la riduzione delle spese, la spending review dovrebbe volare basso e puntare a tagli per complessivi 4 miliardi (un quarto rispetto ai 20 mld proposti dal commissario Cottarelli) ricavati dagli stanziamenti per i dicasteri e per gli acquisti di beni e servizi. Allo studio anche misure di contrasto all'evasione Iva che, secondo le ultime stime del Mef, potrebbero portare introiti per circa 1,5 mld.

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