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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 09:14.
L'ultima modifica è del 07 ottobre 2014 alle ore 09:57.

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Vero? Falso? Solo la magistratura può appurarlo ma certo quest'ultima la pensa in tutt'altro modo anche se la situazione processuale di Balestrieri appare al momento tutta da chiarire. La sua posizione è stata stralciata nel procedimento “Maestro” che ha vissuto recentemente di un colpo di scena: la quinta sezione della Corte di Cassazione il 4 giugno 2014, pronunciandosi sul ricorso di Alessandro Giorgi, Giuseppe Speranza e Francesco Pietro Calipa, ha infatti annullato la sentenza della Corte di appello di Reggio Calabria del 24 aprile 2013, rinviandola per un nuovo esame alla stessa Corte di appello di Reggio «limitatamente alla posizione di Angelo Boccardelli». Quel Boccardelli, sodale di Balestrieri, per il quale il processo dovrà ricominciare in appello.

Da altra sezione, Angelo Boccardelli fu appunto condannato a 7 anni e 6 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sottoposizione, dopo la pena espiata, per tre anni alla misura della libertà vigilata.
Ora una domanda sorge spontanea (ma anche a questo dovranno rispondere i magistrati di Reggio): visto che le posizioni di Balestrieri e Boccardelli in quel processo erano praticamente fotocopia (anzi, Balestrieri vorrebbe apparire come il semplice autista che nel 2009 condusse Boccardelli a nascondere il Cristo ligneo in una cassetta di sicurezza di sua proprietà in una banca di San marino) quale strada giudiziaria sarà ora seguita?

La rete di Balestrieri
Comunque la si giri, Balestrieri non è un personaggio qualunque.
Ex comandante di Marina, ex ufficiale Nato, il suo nome comparve negli elenchi della P2 di Licio Gelli (tessera n.2191). Un piduista che non ha mai rinnegato la sua iscrizione. Anzi: la considera una medaglia al valore. Scomparve dall'Italia e dal 1981 è in Usa, nazione della quale divenne successivamente cittadino. In Usa la sua carriera è stata un crescendo continuo, fino ad arrivare ad essere per lunghi 24 anni presidente della potentissima sede del Rotary di New York.
Balestrieri ha sempre “navigato”, imprenditorialmente parlando, nei servizi di sicurezza e investigazione. E' direttore marketing di Ametos, fondatore di E-Pol ma, attenzione, i suoi contatti con il potere in Italia, in Europa e nel mondo interno non si sono mai, mai interrotti.

Da New York ha tessuto le fila di una ragnatela potentissima e ora, alla luce del suo arresto a Casablanca, della sua chiamata in causa dell'Fbi e del black out che sta contraddistinguendo questa delicata fase seguente all'arresto, la domanda è: nella rete c'è una falla che potrebbe agevolare il suo arrivo in Italia (dove di cose da raccontare ne avrebbe molte) o i suoi molti amici tessitori riusciranno, ancora una volta, a isolare la sua posizione e farlo di nuovo riapparire magicamente a New York, in una nazione della quale è cittadino? Non sarà solo battaglia sul filo della legge e dei trattati internazionali ma anche sul filo (molto più decisivo) delle reti di protezione.

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