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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2014 alle ore 08:07.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 15:12.

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Nella foto, il premier giapponese Shinzo AbeNella foto, il premier giapponese Shinzo Abe

TOKYO – Se pure i riflettori saranno soprattutto puntati sui leader di Russia e Ucraina dopo la grave crisi internazionale provocata da Mosca, il vertice tra Europa e Asia di Milano del 16 e 17 ottobre avrà sullo sfondo anche altre tensioni politiche che complicano i rapporti tra Paesi e dettano in parte l'agenda dei partecipanti.

Al vertice parteciperà in conference call anche il presidente americano, Barack Obama, che parlerà con i principali leader europei per fare il punto su Isis ed Ebola. Alla conference call, che si svolgerà in giornata - spiegano dalla Casa Bianca - parteciperanno il premier britannico Cameron, quello italiano Renzi, il presidente francese Hollande e la canceliera tedesca Merkel.

Saranno inoltre a Milano allo stesso tavolo, piuttosto vicini, alle riunioni plenarie, ma non avranno un faccia a faccia - ad esempio - il premier giapponese Shinzo Abe e la presidente sudcoreana Park Geun-hye, divisi persino da un giornalista: se i rapporti tra i due Paesi sono molto freddi per numerose cause (legate soprattutto alle tendenze revisioniste dell'amministrazione Abe sul piano storico), da ultimo è diventato un caso politico l'incriminazione di Tatsuya Kato, corrispondente del quotidiano di destra Sankei Shinbun, accusato di aver diffamato la presidente per un articolo pubblicato su Internet il 3 agosto scorso in cui raccoglieva insinuazioni di bassa lega sulla presunta irrintracciabilità per alcune ore della Park nel giorno in cui affondò il traghetto Sewol (provocando la morte di oltre 300 persone e uno psicodramma nazionale ancora in corso).

Sia il capo di Gabinetto di Abe, Yoshihide Suga, sia il ministro degli esteri Fumio Kishida hanno biasimato l'incriminazione del giornalista come una violazione della libertà di stampa, facendosi interpreti di un sentimento diffuso secondo cui Seul si sarebbe messa a perseguitare un quotidiano sgradito per le sue tesi revisioniste, prendendosela con un giornalista straniero che non avrebbe fatto altro che rilanciare voci già accennate sulla stampa coreana (che non ha subito alcuna conseguenza). Seul ha replicato che Tokyo dovrebbe calmarsi e non esagerare in prese di posizione pubbliche su una questione che non è diplomatica, ma giudiziaria.
Non ci sono le condizioni minime, dunque, per un incontro a due che pure Abe sollecita da tempo per cercare di smussare i problemi bilaterali, peraltro aggravati proprio da lui con la controversa visita del dicembre scorso al tempio nazionalista Yasukuni. Il premier nipponico ha già battuto il record storico di viaggi, andando in 49 Paesi in meno di 2 anni, ma non ha visitato né la Corea del Sud né la Cina. Anche con Pechino i rapporti sono problematici: Abe non avrà un faccia a faccia neanche con Li Keqiang, ma il vertice Apec del mese prossimo sarà l'occasione per una sua trasferta in Cina. Per contro, è previsto un colloquio diretto tra Park e Li.

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