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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2014 alle ore 08:07.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 15:12.

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Il vertice Asem. Sotto il tema generale della “Responsible partnership for sustainable growth and security”, il vertice di Milano presieduto dal presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy discuterà di questioni economiche e finanziarie, e di problemi globali e regionali. “Dai grandi vertici internazionali non ci si deve aspettare granché sul fronte delle decisioni, ma in una fase di rinnovate tensioni geopolitiche è certo un bene che i leader di tanti Paesi abbiano occasioni di contatto diretto”, sottolinea Ian Bremmer, fondatore e presidente di Eurasia Group.
Un esempio: Abe sembra stia cercando un breve incontro personale a Milano con il presidente russo Putin, almeno per confermare che ci sarà un bilaterale Russia-Giappone a margine del summit Apec di Pechino a novembre. Era previsto che Putin andasse a Tokyo questo autunno per una vista di alto profilo, ma il viaggio è saltato tra le sanzioni reciproche post-Crimea. Abe – che ha applicato le sanzioni a Mosca di malavoglia - è interessato a mantenere il dialogo anche per motivi di immagine in politica interna (fino a qualche mese fa, lasciava intendere che i suoi rapporti e incontri personali con Putin avrebbero potuto portare a una svolta nel contenzioso sulle isole Kurili meridionali, che ha impedito finora la stipula di un trattato di pace tra i due Paesi). Tra l'altro, il quotidiano Nikkei ha anticipato oggi che Mosca avrebbe proposto la costruzione di un gasdotto tra l'isola di Sakhalin e l'Hokkaido. Abe dovrebbe però incontrare anche il leader ucraino Poroshenko, con il quale solidarizzerà. Le vicende ucraine hanno provocato uno shock a Tokyo in quanto classico esempio di “cambiamento dello status quo internazionale attraverso la forza”, obiettivo di cui Tokyo accusa la Cina per la sua aggressività nel rivendicare le isole Senkaku amministrate dal Giappone.
Una curiosita': la Russia partecipa all'Asem come Paese asiatico, per motivi storici. Nato come forum di dialogo nel 1996 incentrato sull'Unione Europea e i Paesi Asean, l'Asem si è progressivamente allargato fino a 52 paesi e 2 organizzazioni (a Milano debuttano Croazia, Kazakhstan e Ucraina).

Il programma di Abe. Il premier giapponese arriverà il 15 sera a Malpensa con il Boeing 747 di Stato e il mattino seguente sarà uno dei tre relatori asiatici al Business Forum (con il premier vietnamita e quello malese) al quale interverranno il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il premier Matteo Renzi e il presidente della Commissione europea Barroso. Secondo quanto filtrato, Abe spiegherà – anche in sessione plenaria - anzitutto gli ultimi sviluppi e gli sforzi ulteriori dell'Abenomics (il programma economico finalizzato alla crescita che da lui ha preso il nome); illustrerà poi il contributo che il Giappone intende dare alla soluzione di problemi globali (lo slogan “contributo pro-attivo alla pace) e la posizione di Tokyo in merito ad alcune questioni specifiche internazionali e regionali. Tra l'altro, curiosamente Abe si trova a dover affrontare un dilemma economico di tipo “europeo”: se rispettare o meno le scadenze delineate per il percorso di risanamento delle finanze pubbliche a fronte di una economia indebolita e di una congiuntura internazionale meno favorevole delle previsioni. I momenti giusti per eventuali brevi incontri bilaterali (oltre a quelli con Italia e Ue) saranno probabilmente nella tarda mattinata delle due giornate.

Vertice Giappone-NB8. Dopo la cerimonia di chiusura alle 12.30 di venerdì, Abe farà gli straordinari: ci sarà il primo vertice al massimo livello del Giappone con l'NB8, una cornice di cooperazione tra i Nordic and Baltic Countries (Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Islanda). Il primo vertice con Tokyo del gruppo si era tenuto nel dicembre scorso a livello di ministri degli esteri. Tokyo tiene a riaffermare la cooperazione con i Paesi nordici e baltici, caratterizzati da valori condivisi, su temi generali, ma in particolare sull'esigenza di “mantenere la Rule of Law intorno ai mari artici”, ora che i cambiamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacci polari aprono prospettive interessanti alle comunicazioni e allo sfruttamento delle risorse ma potrebbero anche generare insidiosi contenziosi internazionali.

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