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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2014 alle ore 15:41.
L'ultima modifica è del 16 ottobre 2014 alle ore 16:11.
Agli italiani calza ancora a pennello il vecchio adagio: basta che c'è la salute. Perché salute e prevenzione restano, infatti, saldamente al primo posto tra gli obiettivi per il 45% degli italiani, addirittura prima del lavoro sicuro, in testa ai desideri del 18% degli intervistati, e prima della famiglia. E sono le donne a guidare il carretto del cambiamento: sono attente e precise nelle scelte sanitarie e sono più propense a cambiare in meglio gli stili di vita. Questo determina un effetto positivo di traino per i familiari, sopratutto gli uomini di età più avanzata, che restano lo zoccolo duro della “resistenza” alle scelte di salute e prevenzione.
La fotografia Eurisko-Assidim
Lo racconta la ricerca Eurisko, presentata in occasione dell'Osservatorio 2014 di Assidim in un'indagine realizzata su un campione di mille casi rappresentativi della popolazione italiana over 30 anni lavoratrice, finalizzata a fare il punto – a un anno di distanza dalla prima rilevazione – sulle culture della salute e della prevenzione in Italia. Colpisce anche un dato che fotograva un'inversione di tendenza nella cultura degli italiani: gli uomini intervistati sono molto più attenti al tempo da dedicare alla famiglia rispetto al successo della professione, a differenza delle donne che sembrano dare un'importanza fondamentale alla carriera, che mettono al quarto posto dopo la salute, il lavoro e l'educazione dei figli. Per gli uomini la carriera scivola all'ottavo posto. La ricerca addirittura parla di una tendenza verso l'uomo “mammo”.
Italiani sempre più attratti dal privato
La sanità pubblica si conferma la prima scelta degli italiani, che però sono sempre più attratti dal privato per due motivi: tempi d'attesa minori e alta specializzazione delle strutture.Notevole anche l'apprezzamento per le polizze sanitarie integrative: quasi tutti gli intervistati gradirebbero che fossero comprese nel contratto aziendale. Così spiega Bruno Soresina, presidente Assidim, «oggi, nonostante la crisi e i problemi sempre più generalizzati di occupazione gli italiani mettono al primo posto la salute. L'assistenza sanitaria integrata permette a ogni singolo di scegliere le modalità d'assistenza attraverso ottime prestazione e vantaggi fiscali. I lavoratori sarebbero ben felici di avere l'assistenza integrativa tra i benefiti aziendali». Solo il 17% del campione possiede una polizza sanitaria integrativa, sottoscritta per il 13% dalle aziende e solo per il 4% per iniziativa personale.
Ottime intenzioni, scarsa pratica
Prevenzione significa prima di tutto corretti stili di vita: evitare fumo e alcol, mangiare sano, fare un po' di movimento; “buoni propositi” che spesso non si riescono a mettere in pratica. Considerata meno rilevante la medicina preventiva: esami e controlli sono ritenuti utili per la prevenzione solo per un italiano su quattro. A fare la differenza sono le donne. Sono loro infatti a determinare le scelte di salute della famiglia e a spingere gli uomini, i familiari, a prestare maggiore attenzione alla prevenzione, e a promuovere il cambiamento delle cattive abitudini. Nel rapporto infatti si sottolinea che un italiano su due è ben consapevole delle azioni da mettere in pratica per migliorare le proprie condizioni di salute e benessere, ma pochi si applicano concretamente per cambiare le cattive abitudini: solo 2 italiani su 10 fa movimento, 1 su 4 segue una dieta sana, appena 2 su 10 effettuano regolarmente controlli medici periodici. «La salute è un bene primario e la prevenzione un obiettivo condiviso» ci ha spiegato Isabella Cecchini, direttore Healthcare department Gfk-Eurisko «Le donne però sono le vere portatrici di una cultura evoluta della salute: attive e sensibili, pretendono la qualità e sono le prime interlocutrici per i servizi sanitarie dell'assistenza integrativa».
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