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Meno austerity e tasse più leggere: le manovre degli altri

Fisco più light e misure per la crescita, oltre a tagli di spesa. Con la cinghia allentata sulle misure di austerity. È il filo rosso che lega i budget 2015 dei Paese europei, da mercoledì scorso all'esame di Bruxelles. Con un'eccezione (la Germania) che conferma la regola

2. Le manovre degli altri / Spagna

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È la nuova stella europea della crescita: secondo le stime del governo il Pil del Paese dovrebbe accelerare del 2% nel 2015. Sorvegliata speciale come la Francia con un deficit oltre il 3%, ha più margini di manovra perché deve rientrare nelle regole nel 2016. Mentre prosegue la spending review con un risparmio previsto per quest'anno di 13 miliardi, le parole d'ordine del “Plan presupuestario 2015” sono «ripresa e occupazione».

Madrid scommette sul piano “Crece”: un pacchetto di 40 misure da 2,19 miliardi per ridare slancio alla sua economia e rinvigorire gli investimenti con un tandem tra pubblico e privato. Con un tasso di senza lavoro che supera il 24% la priorità va poi alla lotta alla disoccupazione. L'obiettivo è creare 620mila posti nel 2015 grazie anche alla “Carta nazionale dei servizi per l'impiego” con un coordinamento più stretto tra il sistema centrale e le amministrazioni locali. Ma il vero jolly è il taglio delle tasse: dal 2015 l'aliquota sulle persone fisiche si ridurrà, in media, del 12,5% a beneficio di 14,4 milioni di spagnoli. Non solo. La morsa del fisco si allenterà anche per le imprese, con una corporate tax in discesa dal 30 al 28 per cento.

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