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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2014 alle ore 12:40.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2014 alle ore 13:02.

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Maria Elena Boschi (LaPresse)Maria Elena Boschi (LaPresse)

«Da parte nostra ci sono state delle aperture, ora aspettiamo gli altri». La ministra dei Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha confermato le trattative in corso per arrivare a un accordo sui giudici della Corte costituzionale di nomina parlamentare e superare lo stallo suggellato da ben venti fumate nere. Il capogruppo M5S alla Camera mette sul piatto la disponilità al dialogo: «Se verranno fatti nomi degni noi li voteremo».

Le trattative sono partite dalla proposta del premier, Matteo Renzi, di lanciare un ponte verso il M5S lasciando ai Cinque Stelle l’indicazione di un nome per il componente del Consiglio superiore della magistratura che deve sostituire Teresa Bene, dichiarata ineleggibile, e al tempo stesso di individuare due tecnici di altissimo profilo per la Corte costituzionale. Un’ipotesi che lascerebbe a casa Luciano Violante.

Cecconi (M5S): finito il gioco delle poltrone
Significativo il commento del capogruppo M5S alla Camera, Andrea Cecconi: «Fine del gioco delle poltrone per i partiti grazie al Movimento 5 Stelle. Da mesi chiediamo nomi di
alto profilo, super partes, slegati dai giochi della politica, per ricoprire ruoli importanti al Csm e alla Consulta. E dopo venti fumate nere i partiti sono costretti ad abdicare al bene
comune». Cecconi sottolinea che al M5S non importano i nomi e le poltrone, «ma persone valide e indipendenti nelle istituzioni di garanzia». Dunque, «se verranno fatti nomi degni, noi li voteremo».

Oggi riunione dei gruppi di Fi, incognita Pd
Forza Italia, che ha visto saltare uno dopo l’altro i suoi candidati grazie anche al fuoco amico (Antonio Catricalà, poi Donato Bruno, infine Ignazio Caramazza), chiede al Pd un passo indietro di Violante. Che resta una figura di peso nel Partito democratico, sostenuto dalla minoranza e tutto sommato non lontano dal traguardo: pur essendogli sempre mancati i voti di una trentina di colleghi dem, si è avvicinato spesso all’asticella del quorum (570 voti). Il presidente del Consiglio ha fatto sapere che convocherà al più presto i capigruppo di Camera e Senato, Roberto Speranza e Luigi Zanda. L’intenzione sembra essere quella di muoversi con cautela, concordando ogni passo con lo stesso Violante. Intanto oggi Silvio Berlusconi riunisce i gruppi, anche per discutere la questione. Suona come una lezione, comunque, la nomina da parte del presidente Giorgio Napolitano di Daria De Pretis e Nicolò Zanon: accademici di spessore, lontani dai partiti.

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