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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2014 alle ore 14:29.
L'ultima modifica è del 24 ottobre 2014 alle ore 07:43.

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BRUXELLES - È un presidente della Commissione amareggiato e deluso nei confronti dell'Italia il Josè Manuel Barroso che si presenta questa mattina insieme al presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy nella conferenza stampa finale del vertice tripartito alla presenza del ministro italiano del Lavoro Poletti e della presiedente degli industriali europei Emma Marcegaglia. Barroso se la prende con la stampa italiana colpevole, secondo lui, di avere diffuso notizie “false e surreali” sulla vicenda della lettera per la Legge di stabilità italiana. Barroso manifesta delusione per un comportamento poco responsabile e professionale di organi di stampa italiani da lui sempre apprezzati.

Ma il presidente della Commissione in uno degli ultimi atti da reponsabile dell'esecutivo Ue non nasconde disappunto anche verso il Governo italiano, che ha deciso di pubblicare la lettera di chiarimenti sulla legge di stabilità inviata ieri dal vicepresidente Katainen. «La Commissione - ha spiegato Barroso - non voleva quella pubblicazione perché stava portando avanti consultazioni delicate che devono necessariamente avvenire in un clima di riservatezza e fiducia reciproca. Il ministero dell'Economia ha avvertito il vicepresidente Katainen ma se volevamo la pubblicazione l'avremmo diffusa noi la lettera».
Sul merito delle osservazioni alla Legge di Stabilità, Barroso ha ricordato che la Commissione «ha l'obbligo legale di comunicare gli scostamenti significativi e il termine per farlo scadeva ieri, questo per dare modo all'Italia di rispondere nei tempi previsti d'intesa con Katainene e con il nuovo predsidente Juncker».

Ma Barroso ha anche reagito duramente alle critiche secondo le quali avrebbe sfoderato solo negli ultimi giorni di mandato una severità eccessiva nei confronti dell'Italia e della Francia per riprendere l'attività politica in Portogallo con tutte le carte in regola. «È disonesto - ha osservato Barroso - presentare come personali posizioni che sono il frutto del lavoro serio di analisi dei budget di tutta la Commissione, un esercizio delicato non una battaglia perché se siamo alla battaglia perdiamo tutti». Secondo Barroso non deve essere rotto il clima di fiducia con gli Stati membri perché «se ci si mette gli uni contro gli altri vengono meno i presupposti del nostro lavoro. La Commissione è custode dei Trattati e li applica nell'interesse di tutti gli Stati membri». Barroso ha ammesso che siamo in una situazione economica ancora difficile ma non più catastrofica come quattro anni fa («ci ricordiamo i tassi di interesse italiani»). La Commissione, ha aggiunto, «sta solo applicando le regole usando la tutta la flessibilità consentita».

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