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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2014 alle ore 23:30.
L'ultima modifica è del 24 ottobre 2014 alle ore 12:41.

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(Ap)(Ap)

La Commissione europea «non si è ancora fatta un'idea» sulla bozza della legge di bilancio 2015 dell'Italia e «aspetta ulteriori informazioni». Ma «tutti vogliamo evitare lo scenario peggiore. Nulla è inevitabile». La legge di Stabilità ancora al centro dell’attenzione euopea, come confermano le parole del commissario Ue agli Affari economici, Jyrki Katainen, pronunciate questa mattina a margine di un convegno a Bruxelles. Il commissario ha spiegato di non poter dire cosa potrebbe evitare la deviazione significativa dell'Italia dai suoi obiettivi di medio termine: «Non voglio fare speculazioni. Stiamo parlando con l'Italia, aspettiamo alcune risposte e poi vediamo».

Confronto su valutazione dei bilanci e “circostanze eccezionali”
Come noto, al centro della seconda giornata del Consiglio Ue tra i ventotto paesi membri e la nuova Commissione Ue (che proseguirà dopo mezzogiorno nel formato più ridotto dell'Eurosummit) ci sarà un confronto riguardo alla «flessibilità» che dovrebbe essere utilizzata dalle istituzioni comunitarie nell'esame delle leggi di bilancio degli Stati membri.

Ieri in tarda serata il presidente del Consiglio ha spiegato le attese italiane. «Si tratta - ha detto Renzi incontrando i giornalisti durante una pausa del Consiglio Ue - di fare una valutazione più politica che tecnica su chi decide cosa. Domani (oggi, ndr), ha proseguito Renzi, i paesi cercheranno di capire se valutano tutti nello stesso modo le tre espressioni che vengono oggi utilizzate dalla Commissione nell’esame delle leggi di bilancio nazionali: “circostanze eccezionali”, “riforme strutturali” e “significativa deviazione” dagli obiettivi di bilancio previsti. «Siamo assolutamente disponibili al livello tecnico a ragionare, a discutere e a trovare le soluzioni; ma la questione è chi decide che cosa», ha consluso il premier.

Lo scontro con Barroso: «Due miliardi? Li troviamo anche domani»
«Sono stupito che Barroso si sia sorpreso per la pubblicazione della lettera che era stata anticipata qui, su un importante quotidiano internazionale, il Financial Times, poi un importante giornale italiano ha avuto lo scoop». Questa le parole con cui ieri il premier Matteo Renzi ha replicato al presidente uscente della commissione Ue Barroso, irritato con la stampa italiana colpevole di avere diffuso notizie «false e surreali» sulla lettera della Ue sulla legge di Stabilità. Arrivando al Consiglio europeo riunito a Bruxelles, Renzi ha poi precisato «rispetto al merito» della lettera arrivata all'Italia, che «non ci sono grandi problemi. Ci sono uno o due miliardi di differenza che possono essere trovati anche domattina».

Finito il tempo delle lettere segrete, ora è tempo di chiarezza
Renzi ha anche preso spunto dalla scontro con Barroso per lanciare una crociata sulla trasparenza delle istituzioni europee: «Da oggi bisogna voltare pagina. Ogni dato sensibile dev'essere pubblicato». L'Italia chiederà che non ci sia più ambiguità e che «vengano pubblicate anche tutte le spese dei palazzi» delle istituzioni europee. Riferendosi sempre a Barroso, Renzi ha detto che «È finito il tempo delle lettere segrete», ora è «il momento momento della trasparenza e della chiarezza». Con l'Italia, ha aggiunto il premier, «l'open data sarà totale, noi vogliamo che sia chiaro tutto quello che viene da Bruxelles».

Non sarà discussione su decimali a fermare cambiamento italiano
A fronte delle perplessità di Bruxelles, l’invito di Renzi ai suoi concittadini è di «non preoccuparsi», perchè «abbiamo fatto una grande manovra per ridurre le tasse e, siccome tante volte dall'Ue ci hanno chiesto di ridurre le tasse, ora che l'abbiamo fatto non sarà certo una piccola discussione sui decimali e le virgole a bloccare il percorso di cambiamento del nostro Paese. L’Italia, ha ricordato ancora il premier «dà ogni anno 20 miliardi all'Europa, il problema dei 2 miliardi che potrebbero in teoria essere necessari corrisponde davvero a un piccolissimo sforzo. Quello che forse è in discussione, e sarà interessante approfondirlo, è chi decide cosa, come, quali sono le valutazioni impolitiche sulle circostanze eccezionali di cui parlano i trattati e i regolamenti ma non mi pare che sia tecnicamente un problema». I due miliardi , in ogni caso, «non sono aggiuntivi» rispetto alla riserva di 3,4 miliardi prevista nella legge di stabilità.

Un budget «messo molto bene»
«Il nostro budget è messo molto bene: non vedo particolari problemi. Ci sono delle voci che abbiamo tenuto da parte e vedremo cosa accadrà». Così Renzi a tarda sera - a margine del Vertice Ue - a chi gli chiedeva di commentare le parole di François Hollande, che non cambierà il bilancio della Francia, pure raggiunta da una lettera di Bruxelles con richiesta di chiarimenti. «Il budget ovviamente cambierà nella discussione sulla base di indicazioni parlamentari», ha detto il presidente del Consiglio. «Sulle questioni economiche la discussione si terrà domani. Confermo che si tratta di fare una valutazione più politica di chi decide cosa. Perché dal punto di vista tecnico le risorse per trovare la soluzione sono ampiamente a portata di mano».

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