Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2014 alle ore 09:37.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2014 alle ore 13:14.

L’importo dei tagli previsti dalla legge di Stabilità per le Regioni - 4 miliardi - non si discute ma proposte alternative sì. Il premier Matteo Renzi ha incontrato i presidenti delle Regioni alle 8 in punto come previsto, prima di un rapido Consiglio dei ministri e prima di volare a Bruxelles per il Consiglio europeo. Su twitter ha sintetizzato così l’esito del vertice: «Incontrate le Regioni. Tagliamo sprechi, non servizi. La sfida è la trasparenza totale online di tutte le spese». Con i governatori il presidente del Consiglio è stato chiaro: «Non c’è spazio per una mediazione sulla cifra, i miliardi sono quattro. Da qui due strade: o lo scontro o ci sono proposte alternative su cui si lavora in queste ore». Alla fine ha prevalso il cosiddetto “lodo Chiamparino”: una proposta che in una settimana, massimo dieci giorni, con un lavoro congiunto - ha spiegato il presidente dei governatori, Sergio Chiamparino - «renda la manovra sostenibile per le Regioni e il governo in termini di quantità e qualità dei servizi erogati e livelli di fiscalità, intenendo la tassazione locale e le tariffe». Ed eviti lo spauracchio dei tagli lineari.

«Se fate proposta seria sui costi standard noi ci siamo»
Al tavolo della Sala Verde di Palazzo Chigi erano presenti tutti i governatori tranne il presidente della Lombardia, Roberto Maroni (rappresentato dall’assessore al Bilancio Massimo Garavaglia). Il clima, racconta chi era presente, è stato diplomatico. Renzi e Sergio Chiamparino, il presidente della Conferenza delle Regioni, si davano del tu. I toni sono rimasti pacati. «Per me la strada è quella di assicurare entro la fine dell’anno la trasparenza totale di tutte le spese on line, dal governo alle Regioni», ha affermato il premier. E poi ha incalzato: «Sui costi standard se voi ci siete, io ci sto, noi interveniamo ex post, se fate un proposta seria sui costi standard noi ci siamo». Chiamparino, in conferenza stampa alla fine dell’incontro con il sottosegretario Graziano Delrio, ha sostenuto che «c’è un impegno comune sul metodo dei costi standard ma va portata avanti una razionalizzazione della spesa a tutti i livelli, ministeri compresi».

Delrio: non abbiamo abbandonato spending review
Delrio ha confermato: «Vogliamo riorganizzare completamente lo Stato anche con la revisione della spesa, che non vogliamo abbandonare e che vogliamo fare bene e meglio». Insomma: l’apertura del governo c’è stata, come ha riconosciuto anche il governatore della Toscana, Enrico Rossi. Chiamparino l’ha registrata: «Non è detto che i lodi portino a un accordo tra le parti, non sto spandendo ottimismo, ma mi sembra un buon punto di partenza».

Zaia (Veneto): applicare costi standard in modo coatto
«L’unica soluzione - ha commentato il governatore del Veneto, Luca Zaia - è applicare i costi standard, anche in modo coatto. Il governo li introduca a forza». Zaia ha detto che il premier ha intenzione di farlo a fine anno e ha aggiunto: «Questa è una sfida per le Regioni ma anche per il governo e permetterebbe di risparmiare fino a 30 miliardi».

Sanità: caccia agli sprechi in cambio di investimenti
Le Regioni si sono presentate al governo con un punto fermo: sì alla partecipazione ai sacrifici ma senza toccare i servizi, e alla pari con i ministeri. Sulla sanità potrebbe partire in anticipo la caccia agli sprechi e la razionalizzazione di reparti e acquisti prevista dal Patto per la salute, che potrebbe portare in dote fino a 1-1,2 miliardi. «Siamo disponibili ad approfondire questa logica - ha detto Chiamparino - come il Governo è disponibile ad affrontare il tema del recupero dei fondi per riprendere una politica di investimenti sull’edilizia sanitaria».

Incentivo a enti locali per cessioni quote nelle partecipate
Un’altra misura già messa in campo all’articolo 44 della legge di Stabilità 2015 è quella di far scontare sui bilanci degli enti locali la razionalizzazione delle partecipate. La manovra, ha spiegato Delrio, prevede «un benefit sul patto di stabilità interno per chi dismette partecipazioni azionarie. È un elemento molto incentivante». La norma recita: «Le spese in conto capitale, ad eccezione delle spese per acquisto di partecipazioni, effettuate dagli enti locali con i proventi derivanti dalla dismissione totale o parziale, anche a seguito di quotazione, di partecipazioni in società e i predetti proventi, sono esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi