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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2014 alle ore 10:55.
L'ultima modifica è del 27 ottobre 2014 alle ore 23:24.

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Il governo italiano «è impegnato ad adottare misure aggiuntive per rafforzare lo sforzo fiscale già delineato nella bozza del piano di bilancio» e centrare l’obiettivo di un aggiustamento strutturale dello 0,3% del Pil nel 2015 contro lo 0,1% previsto nella manovra 2015. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, risponde così al vicepresidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen, che aveva sollecitato informazioni dal nostro Paese sulla legge di stabilità e in particolare sulla «significativa deviazione dal percorso di aggiustamento all’obiettivo di bilancio di medio termine nel 2015».

Padoan mette nero su bianco le proposte per recuperare 4,53 miliardi. E incassa subito un’apertura da Bruxelles. La Commissione «accoglie con favore la collaborazione costruttiva dell’Italia», fa sapere il portavoce di Katainen, ricordando che la «consultazione è ancora in corso» e che «mercoledì saranno pubblicate le analisi solo di quei Paesi con serie deviazioni» dalle regole.

Le tre misure proposte
Le misure annunciate nella missiva inviata a Bruxelles e resa nota sul sito del Mef sono tre e valgono complessivamente 4,53 miliardi. La prima è lo spostamento di 3,3 miliardi per ridurre il deficit dal fondo originariamente previsto per l’alleggerimento del carico fiscale. La seconda è la riduzione di 500 milioni della quota di fondi nazionali stanziati per il cofinanziamento dei Fondi di coesione europei ed esclusi dai tetti del patto di stabilità interno applicato alle Regioni. La terza, che vale 730 milioni, è l’estensione del meccanismo di reverse-charge al settore retail, supportata da una clausola di salvaguardia sulle accise. L’intervento, spiega il Mef, punta a combattere l’evasione e necessita del via libera della Ue.

L’Italia deve evitare il quarto anno di recessione
Padoan sottolinea però come suo dovere ricordare che l’economia italiana sta attraversando una delle più lunghe e severe crisi della sua storia. «Il Pil - scrive - è sceso di oltre il 9% dal 2008. L’economia è al suo terzo anno di recessione e davanti a un serio rischio di deflazione - o di un prolungato periodo di inflazione molto bassa - e di stagnazione». Va evitato con ogni mezzo, afferma il ministro dell’Economia, un quarto anno di recessione perché renderebbe estremamente problematica l’uscita del Paese da una tale situazione economica. Inoltre questo renderebbe più difficile da mantenere la sostenibilità del debito pubblico». Il mix di misure proposto dal governo con la manovra punta dunque «a minimizzare questi rischi macroeconomici», dal momento che «un atteggiamento fiscale più rigido e/o una diversa composizione sarebbero troppo rischiosi e forse controproducenti in termini di dinamica del debito».

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