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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2014 alle ore 21:30.
L'ultima modifica è del 06 novembre 2014 alle ore 09:46.

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«Ovviamente i repubblicani hanno passato una buona notte» tuttavia «gli elettori si aspettano risposte». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, commentando i risultati delle elezioni di Midterm, in cui il partito repubblicano ha conquistato sia il Senato che la Camera degli Stati Uniti. Non succedeva dal 2007.

«Non vedo l’ora di lavorare con il nuovo Congresso nei prossimi due anni. Adesso mi attendo un'agenda molto specifica da parte dei repubblicani». Mano tesa? All’apparenza, anche se su uno dei temi più caldi, la riforma dell’immigrazione, il presidente ha annunciato una volontà decisionista che non lascia intravedere nulla di buono. «Qualche repubblicano si arrabbierà di sicuro». Ma anche la revisione delle norme sul Fisco, su cui i vincitori di questa tornata elettorale insistono, si presenta come un possibile terreno di scontro aspro: uno degli obiettivi dichiarati di Obama è il rientro dei capitali.

Tre le questioni cruciali su cui il presidente ha dichiarato di volersi concentrare nel biennio che comincia: la lotta all'epidemia Ebola, l'autorizzazione per continuare gli attacchi aerei contro l'Isis in Iraq e Siria e il bilancio federale. Per cominciare, «abbiamo cinque settimane per approvare il budget ed evitare che succeda ciò che è accaduto all'inizio di questo anno».

Aree di possibile collaborazione con il Grand old party, ha suggerito Obama, potrebbero essere le infrastrutture, il commercio, l’istruzione. «Gli americani hanno lanciato un messaggio chiaro: si deve lavorare duro e ci si deve concentrare sulle loro aspirazioni e non sulle nostre». E poi: «Ci sono cose di cui questo Paese ha bisogno e che non possono aspettare altri due o quattro anni. È tempo di prendersene cura».

E però è arcinoto che si è aperta una fase nuova, con il presidente “anatra zoppa” per i due anni conclusivi del suo secondo mandato, perché non rieleggibile. La vittoria del Gop era sì annunciata, ma il margine è stato maggiore del previsto, con almeno 7 seggi strappati a democratici. E adesso sarà una corsa a ostacoli, il Congresso, per il presidente.

«Siamo più che una semplice mappa di stati rossi e blu - ha però messo le mani avanti Obama -. Noi siamo gli Stati Uniti: possiamo e dobbiamo fare di più insieme. Possiamo trovare di sicuro strade per lavorare insieme. Iniziamo da dove siamo d'accordo, questo aumenterà la fiducia reciproca e restituirà fiducia agli americani. Il Congresso passerà alcune leggi che io non potrò firmare e prenderò sicuramente decisioni che non piaceranno al Congresso. Ma ci sono aree su cui si può cooperare».

Certamente la riforma della Sanità non sembra una di queste. Il presidente si è detto aperto a eventuali modifiche, ma solo se «responsabili». La legge «funziona ma questo non significa che non possa essere messa a punto ancora di più». Ovvio che non potrà essere smontata.

Spazio anche per qualche battuta. «Mi piace bere bourbon del Kentucky con McConnell» ha concesso Obama, rispondendo a una domanda sui rapporti con il Congresso, che ha definito «cordiali e costruttivi». Con lo speaker della Camera, John Boehner, e il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, «trascorrerò ora più tempo».

Sei miliardi per battere Ebola in Africa
L'Amministrazione, intanto, chiederà al Congresso circa sei miliardi di dollari in fondi federali per combattere l'epidemia del virus Ebola in Africa. ne ha dato notizia il Wall Street Journal citando un funzionario dell'Office of Management and Budget, l'ufficio di consulenza utilizzato dal presidente degli Stati Uniti in materia di bilancio federale.

I fondi richiesti si dividono tra 4,5 miliardi per un'azione immediata e 1,5 miliardi per un fondo di contingenza. I soldi saranno utilizzati per rafforzare il sistema sanitario americano e renderlo più attrezzato per affrontare l'emergenza, per contenere l'epidemia nell'Africa Occidentale e per velocizzare gli sforzi per creare e testare possibili vaccini. L'intento è anche quello di rafforzare la capacità di altri Paesi di prevenire la diffusione del virus.

«Queste attività sono critiche per combattere la diffusione dell'Ebola e ridurre il potenziale di possibili epidemie», hanno spiegato al quotidiano fonti dalla Casa Bianca. (Al.An.)

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