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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2014 alle ore 11:13.
L'ultima modifica è del 10 novembre 2014 alle ore 13:28.

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La sede della Regione Emilia-Romagna (Ansa)La sede della Regione Emilia-Romagna (Ansa)

Sono in corso di notifica 41 avvisi di fine indagine per peculato nell’ambito dell'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna. Sarebbero coinvolti tutti i gruppi dell'assemblea legislativa. Gli avvisi, partiti a pochi giorni dalle elezioni regionali del 23 novembre, chiudono l'inchiesta e sono firmati dai Pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, vistati dal procuratore aggiunto Valter Giovannini.

Coinvolti tutti i capigruppo
Gli avvisi di chiusura indagini saranno notificati entro la giornata a partire dai capigruppo consiliari a cui viene contestata l’accusa di peculato sia per le spese in proprio che per omesso controllo dei rimborsi dei consiglieri del loro gruppo. Ai capigruppo è dunque contestata l'intera cifra che si ritiene ciascun gruppo abbia speso senza attinenza con l'attività di consigliere regionale. La Procura ritiene infatti che i capigruppo avrebbero dovuto impedire che i consiglieri utilizzassero in modo, ritenuto non pertinente dall'accusa, il denaro pubblico.

Procura contesta a consiglieri spese per 2 milioni
Il gruppo che vede coinvolti più consiglieri è il Pd (18 consiglieri a cui è stata inviata la notifica) con 940mila euro di spese contestate; segue l'Idv (2 consiglieri) con 423mila euro; il Pdl (11 consiglieri) con 205mila euro. Ai due consiglieri del Movimento 5 Stelle (Andrea Defranceschi e Giovanni Favia, prima della sua uscita dal gruppo) vengono contestate spese per 98mila euro. All'Udc (un consigliere solo) per 31 mila euro; Sel (2 consiglieri) per 77mila euro; Federazione della sinistra (un consigliere Roberto Sconciaforni) 151mila euro; alla Lega Nord (3 consiglieri) 135 mila euro. La somma di tutte le spese dei 41 consiglieri di tutti i gruppi coinvolti (sia capigruppo che consiglieri semplici) ammonta a 2.087.000 euro. Si tratta di cifre complessive e non attribuite al solo capogruppo.

L’inchiesta avviata due anni fa
L'inchiesta “spese pazze” è partita oltre due anni fa. Da ottobre 2013 risultavano indagati i nove capigruppo che hanno ricevuto le notifiche. Hanno tutti ricevuto le notifiche, ad eccezione di Mauro Manfredini, il presidente del gruppo della Lega Nord deceduto lo scorso 10 ottobre. L'inchiesta riguarda il periodo giugno 2010-dicembre 2011. A fine settembre era stata stralciata e chiesta l'archiviazione per la posizione del candidato del centrosinistra alle Regionali, Stefano Bonaccini (Pd).


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