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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2014 alle ore 14:42.
L'ultima modifica è del 12 novembre 2014 alle ore 22:49.

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Sono una novantina gli emendamenti alla legge di stabilità riammessi dalla Commissione Bilancio. Ieri ne erano stati bocciati 1.600 su un totale di 3.700 circa. La Commissione ha indicato questa sera tutti gli emendamenti “segnalati”, con l'obiettivo di ridurre le proposte di modifica a 500. Il voto vero e proprio, ha spiegato il presidente della Bilancio, Francesco Boccia, dovrebbe iniziare lunedì. Mentre domani si inizierà con il voto del ddl bilancio.

Proposta Pd, rate semplificate per tutti i debiti fiscali
Rateazione “semplificata” per tutti i debiti fiscali, con un tasso d'interesse agevolato al 3,69%, per un massimo di 10 anni (senza dover dimostrare di essere in difficoltà). Lo chiede il Pd in uno degli emendamenti segnalati alla legge di stabilità, all'esame della commissione Bilancio della Camera. La misura potrà essere applicata a più tipologie di debiti, che vanno dalle cartelle di pagamento di Equitalia, alle ingiunzioni fiscali dei comuni che riscuotono in proprio, passando per gli avvisi di accertamento esecutivo e quelli con adesione emessi dall'Agenzia delle entrate.

A chiedere il pagamento a rate dovrà essere in contribuente, presentato entro il 30 giugno 2015 una specifica domanda di rateizzazione, anche questa, secondo quanto si legge nella proposta di modifica a prima firma Francesco Sanna (Pd), «in modo semplificato», quindi senza allegare alcuna documentazioneche attesti «la situazione di temporanea obbiettiva difficoltà». Quindi rispetto alla normativa attuale, che consente la rateazione a 72 mesi (6 anni) per le cartelle Equitalia, che possono arrivare fino a 120 mesi (10 anni) in caso di situazioni di difficoltà, la proposta del Partito democratico punta a una estensione e semplificazione della procedura.

Emendamenti Pd-Sel-Fi: Iva e-book al 4%
Iva al 4% anche per gli e-book. Lo chiedono tre diversi emendamenti alla Legge di Stabilità presentati fra i “segnalati” dal Pd, da Sel e da Fi. Le risorse vengono attinte dal fondo di politica economica e sono pari a circa 8 milioni di euro per il 2015, oltre dieci nel 2016 e oltre 15 nel 2017

Emendamento Sel, rispunta la web tax
Tra gli emendamenti segnalati rispunta anche la Web tax. Una proposta di Sel che verrà messa in votazione prevede infatti che «i soggetti passivi che intendano acquistare servizi di pubblicità e link sponsorizzati online, anche attraverso centri media e operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva rilasciata dall'amministrazione finanziaria italiana»

Incontro Renzi-Padoan a Palazzo Chigi
Stamattina si è svolto intanto a Palazzo Chigi un incontro tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. All'ordine del giorno, come aveva annunciato ieri sera lo stesso Renzi, gli emendamenti di modifica al testo che presenterà il governo. I nodi da sciogliere riguardano, come già annunciato, Tfr in busta paga, bonus bebè, regime dei minimi, deduzione Imu sui capannoni, local tax. L’incontro è avvenuto mentre il segretario della Cgil Susanna Camusso annunciava la proposta di otto ore di sciopero generale il 5 dicembre contro la Legge di Stabilità e il Jobs act.

I nodi da sciogliere
La partita delle principali modifiche alla manovra si giocherà tutta sull'anticipo del Tfr in busta paga, il prelievo sui fondi pensione, i patronati, l'aumento della deducibilità Imu sui capannoni industriali, l'introduzione di una local tax (si veda il servizio a pagina 49 sul nuovo incontro tra Anci e Governo) e il bonus mamme. Le proposte della stessa maggioranza e in particolare del Pd che prevedevano un sistema di tassazione separata per il Tfr maturando anticipato in busta paga non hanno superato lo scoglio delle coperture. Stop anche alla proposta di Stefano Fassina (Pd) con cui oltre alla tassazione separata si chiedeva di destinare anche agli statali il Tfr in busta paga.

Allarme rincaro carburanti
Sul fronte accise, è arrivato l'allarme dell'Unione petrolifera sulla clausola di salvaguardia che prevede l'aumento delle accise nel caso in cui Bruxelles non dia il via libera all'estensione del «reverse charge» alla grande distribuzione e allo split payment (oltre 1,7 miliardi complessivi). Se al 30 giugno scatterà la clausola, solo nel 2015, dice l'Up, le imposte sui carburanti potrebbero aumentare di quasi 8 centesimi euro/litro.



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