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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2014 alle ore 07:27.
L'ultima modifica è del 17 novembre 2014 alle ore 15:22.

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Il Giappone entra ufficialmente in recessione: una notizia a sorpresa che spiana la strada a un rinvio del previsto nuovo rialzo dell'Iva e alla convocazione di elezioni anticipate come un referendum sull'Abenomics. La Borsa di Tokyo ha reagito con un crollo del 3%.

Secondo i dati preliminari rilasciati questa mattina, nel terzo trimestre il Prodotto interno lordo reale giapponese si è contratto a un tasso annualizzato dell'1,6% - con un arretramento dello 0,4% sul trimestre precedente - dopo il crollo del 7,3% (rivisto in peggio oggi) - pari a -1,9% sul periodo gennaio-marzo - registrato nel secondo trimestre in seguito al rialzo dell'Iva dal 5 all'8% scattato il primo aprile. Gli analisti erano più ottimisti: pronosticavano in media una ripresa del Pil intorno al 2% annualizzato che non si è affatto verificata. Due trimestri consecutivi di calo del Pil equivalgono a una caduta in recessione dell'economia.

Nel terzo trimestre i consumi privati si sono ripresi solo dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, la metà di quanto ci si attendeva, a segnalazione dell'impatto perdurante sulla spesa delle famiglie derivante dall'incremento della pressione fiscale indiretta (nel secondo trimestre erano crollati del 5%). Una sorpresa relativa, visto che i salari non hanno tenuto il passo con l'arrivo dell'inflazione, che viaggia intorno al 3% se si considera l'effetto-Iva. Gli investimenti di capitale delle imprese sono diminuiti dello 0,2%, mentre le esportazioni nette hanno contribuito positivamente al Pil solo per 0,1 punti percentuali.

Il premier Shinzo Abe è tornato questa mattina dal lungo viaggio per i vertici internazionali della settimana scorsa a Pechino, Myanmar e Australia, accolto da un forte calo della Borsa in seguito alla notizia della recessione e dalla sconfitta elettorale del candidato da lui sostenuto come governatore di Okinawa.

Secondo tutte le attese, Abe dovrebbe annunciare domani lo scioglimento della Camera Bassa e la convocazione di elezioni anticipate per il 14 dicembre. Scontato il rinvio del nuovo rialzo dell'Iva al 10%, che avrebbe dovuto scattare dall'ottobre 2015 (secondo piani gia' varati di risanamento delle finanze pubbliche) ed essere deciso in via definitiva in questi giorni. Molto probabile che il nuovo governo, appena entrerà in carica, annuncerà un nuovo pacchetto di stimoli all'economia (dopo quello da 5.500 miliardi di yen approvato nel dicembre scorso al fine di cercare di attutire l'impatto del rialzo dell'Iva). Anche la banca centrale potrebbe trovarsi a dover agire in senso ulteriormente espansivo sul fronte della politica monetaria, visto che l'”output gap” sembra tornare ad allargarsi e, assieme al calo dei prezzi petroliferi, potrebbe rilanciare le pressioni deflazionistiche

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