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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2014 alle ore 15:32.
L'ultima modifica è del 24 novembre 2014 alle ore 17:55.

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(Ap)(Ap)

NEW YORK - «È tempo che Chuck Hagel lasci la guida del Pentagono». Parola di Barack Obama. L'uscita di scena del ministro della Difesa è stata pubblicamente annunciata dal presidente nel Giardino delle Rose della Casa Bianca.Hagel, che poi è anche il repubblicano di più alto profilo nell'Amministrazione, l'unico con un significativo incarico in politica estera - si è dovuto dimettere. Il presidente, secondo indiscrezioni arrivate prima dell’annuncio qualche ore prima dell’annuncio ufficiale e riportate dal New York Times e dal Wall Street Journal, è fortemente insoddisfatto della sua leadership nelle crisi globali, in particolare in Medio Oriente, e ha deciso di sostituirlo immediatamente.

Terremoto nello staff della sicurezza nazionale
L'intera squadra di sicurezza nazionale della Casa Bianca è sotto pressione. Ma Hagel potrebbe essere la testa più illustre a cadere: il presidente avrebbe preso la decisione di chiedere le sue dimissioni venerdì scorso, dopo due settimane di incontri a porte chiuse con i suoi più stretti collaboratori.

Obama avrebbe concluso che in particolare la sfida portata dallo Stato Islamico, il gruppo terroristico erede di Al Qaeda che ha occupato regioni di Iraq e Siria, richiede altre qualità per essere affrontata con efficacia rispetto a quelle del 68enne Hagel, ex senatore repubblicano che fu cooptato da Obama per la sua indipendenza e la sua opposizione alla guerra in Iraq. Il suo compito originale era quello di gestire il ritiro e disimpegno delle truppe americane dai conflitti nell'area e di guidare una graduale riduzione del budget del Pentagono.

Agenda cambiata
Ma ora l'agenda è drasticamente cambiata, sotto il segno di nuove escalation militari: l'amministrazione è tornata sul piede di guerra contro Isis in Iraq e Siria e anche in Afghanistan contro i talebani e altri gruppi estremisti. Nel corso del fine settimana è emerso che Obama ha anche effettuato una svolta su Kabul: i militari americani manterranno compiti di combattimento l'anno prossimo in Afghanistan, al contrario di quanto indicato ancora lo scorso maggio. Anche se rimarrà ferma la data di un ritiro finale nel 2016.

«I prossimi due anni richiederanno un diverso focus», ha detto al New York Times una fonte dell'amministrazione. Hagel, nonostante una iniziale amicizia personale con Obama, non è inoltre mai riuscito a entrare a far parte davvero della cerchia dei consiglieri più vicini e ascoltati del presidente, diventata più rilevante nel corso del suo secondo mandato.

Con la mossa Obama si propone inoltre di accontentare i critici della sua politica estera e di sicurezza, che hanno attaccato la Casa Bianca accusandola di debolezza, sottovalutazione e errori nella gestione delle crisi. Hagel non è ben visto dai repubblicani, con i quali ha rotto, ma è stato criticato anche per le sue indecisioni che spesso l'hanno visto messo in ombra dagli Stati Maggiori delle forze armate. Di recente il loro comandante, il generale Martin Dempsey, ha ottenuto la fiducia di Obama con strategie per confrontare militarmente lo Stato Islamico.

Il totonomi per la successione
La decisione di un abbandono di Hagel non appare tuttavia che sia stata consensuale. Ancora nei giorni scorsi, collaboratori del ministro della Difesa avevano indicato che intendeva servire per l'intero mandato di Obama. Già circolano però i nomi dei possibili successori. La lista comprende Michele Flournoy, ex sottosegretario proprio alla Difesa, l'ex senatore democratico del Rhode Island, Jack Reed, considerato vicino ai militari e Ashton Carter, a sua volta ex alto funzionario del Pentagono.

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