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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2014 alle ore 15:36.
L'ultima modifica è del 27 novembre 2014 alle ore 16:58.

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BRUXELLES - Il Parlamento europeo ha preso posizione oggi a favore di uno smantellamento di Google, attraverso la separazione di motore di ricerca e attività commerciali. La risoluzione, approvata a Strasburgo, non vincola la Commissione europea, ma è evidente che in questo momento nel quale la società americana è presa di mira da numerosi indagini di concorrenza, la presa di posizione dell'assemblea parlamentare non è banale, e mette sotto rinnovata pressione il gruppo californiano.

Nella risoluzione - approvata con 384 voti a favore, 174 contrari, e 56 astensioni - si chiede che «la Commissione studi proposte con l'obiettivo di separare i motori di ricerca dagli altri servizi commerciali». Ogni anno il Parlamento approva decine di risoluzioni non vincolanti nel tentativo di attirare l'attenzione delle autorità comunitarie su temi a cui i deputati sono sensibili. Questa – intitolata «Risoluzione per la difesa dei diritti dei consumatori nel mercato digitale» – è meno banale di altre.

Senza citare Google, il Parlamento prende di mira proprio il gigante americano. Nel novembre 2010, la Commissione europea ha aperto una indagine contro Mountain View per abuso di posizione dominante. Al gruppo californiano si rimprovera di pubblicizzare sulle sue pagine i propri servizi specializzati, chiudendo nei fatti la porta ai concorrenti. Per tre volte, l'esecutivo comunitario ha respinto le proposte di Google per trovare una soluzione amichevole.

Peraltro, la presa di posizione del Parlamento giunge mentre la società americana è criticata anche per non consentire ai suoi utilizzatori il diritto di essere dimenticati. In maggio, la Corte europea di Giustizia aveva deciso che i motori di ricerca devono sopprimere le pagine scadute relative a una precisa persona. Proprio questa settimana, riuniti qui a Bruxelles, i rappresentanti delle autorità nazionali per la protezione dei dati informatici si sono detti favorevoli a linee-guida stringenti.

Le autorità nazionali hanno considerato che gli utilizzatori di Internet dovrebbero poter beneficiare della soppressione di link verso pagine personali in tutti i casi di ricerca con google.com e non solo per le ricerche effettuate dai siti nazionali, come per esempio google.fr o google.it. Nei giorni scorsi, il rappresentante degli Stati Uniti presso l'Unione europea aveva espresso preoccupazione per le scelte europee, chiedendo espressamente «decisioni non politicizzate».

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