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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 08:19.
L'ultima modifica è del 02 dicembre 2014 alle ore 10:23.

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Un soldato kenyano pattuglia la zona di Mandera dopo l’attacco al bus del 22 novembre (Epa)Un soldato kenyano pattuglia la zona di Mandera dopo l’attacco al bus del 22 novembre (Epa)

Nuova strage nel nord-est del Kenya: un commando armato ha ucciso 36 operai in una cava a una quindicina di chilometri da Mandera, al confine con la Somalia. I miliziani islamici Shebaab hanno prima sparato alle tende in cui i lavoratori stavano dormendo, poi hanno selezionato i non musulmani, li hanno fatto distendere e li hanno giustiziati con un colpo alla testa. Alcune delle vittime sono state decapitate. All'appello mancano diversi operai che potrebbero essere stati rapiti, ha riferito una fonte della polizia.

I miliziani islamici somali hanno rivendicato la nuova strage e hanno promesso di proseguire in una lotta «senza quartiere, incessante e spietata» nel Paese del Corno d'Africa. «Questo ultimo attacco fa parte di una serie di operazioni pianificate ed eseguite dai mujaheedin in risposta all'occupazione di terre musulmane da parte dell'esercito keniano e alle loro atrocità», si legge nella nota diffusa dagli Shebab. «Noi continueremo a difendere la nostra terra e il nostro popolo da questa aggressione. Non scenderemo ad alcun compromesso, non mostreremo pietà verso gli infedeli».

La strage alla cava di Korome, a 15 chilometri dal villaggio di Mandera, arriva all'indomani di un attacco in un bar di Wajir con granate e fucili che aveva causato un morto e 12 feriti. Mandera è vicina alla zona in cui il mese scorso gli islamisti avevano giustiziato con modalità analoghe 28 non musulmani su un bus, nei pressi della frontiera tra Kenya, Somalia ed Etiopia. L'attacco era stato rivendicato dagli Shebaab come ritorsione per i raid della polizia nelle moschee di Mombasa frequentate da islamisti radicali.

Nel nord-est del Kenya a maggioranza musulmano e di etnia somala affluiscono spesso lavoratori provenienti dalle regioni meridionali dove i cristiani rappresentano l'80% della popolazione. Anche nella cava di Korome lavoravano per lo più operai provenienti da altre regioni. Il Kenya ha subìto una lunga serie di attentati da quando ha inviato truppe in Somalia a combattere contro i miliziani Shebaab. Domenica un giornale locale ha riferito che il ministro dell'Interno, Ole Lenku, e il capo della polizia del Paese, David Kimaiyo, del Corno d'Africa rischiano il posto, anche perche' non gli e' mai stato perdonato di non aver saputo impedire l'attacco al centro commerciale Westgate, a Nairobi, del settembre 2013, in cui morirono 67 persone.

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