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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 11:18.
L'ultima modifica è del 02 dicembre 2014 alle ore 12:14.

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Francesco Schettino (Afp)Francesco Schettino (Afp)

Con l'inchino al Giglio, «volevo prendere tre piccioni con una fava». È il giorno di Francesco Schettino in versione di testimone, in tribunale, di quanto accadde la notte del naufragio della Costa Concordia, all'isola del Giglio. L’ex comandante della Costa Concordia, al Teatro Moderno di Grosseto, almeno oggi e domani è chiamato come teste della difesa, nel processo di cui è unico imputato. Schettino è sentito dal pm Alessandro Leopizzi.

Volevo prendere tre piccioni con una fava
Con la manovra di avvicinamento al Giglio, Schettino contava di fare una favore al comandante in pensione, con casa sull'isola, Antonio Palombo, al maître della nave, Antonio Tievoli e ottenere un risultato di «utilità commerciale». Il «primo piccione», per Schettino, era per Tievoli, «che per tramite del comandante Bosio mi ricordò del passaggio sotto il Giglio che doveva essere compiuto, e che era stato chiesto due crociere prima di quella del naufragio». A Palombo, Schettino riservava poi: «quando sarà al Giglio, al limite se mi fa sapere quando ci sta, per ricucire i rapporti, visto che era andato in pensione, al limite - ha raccontato Schettino di aver fatto sapere a Palombo - la saluto. Tievoli prese l'occasione al volo, e me lo fece ricordare e con la cortesia avrei preso due piccioni con una fava, avrei fatto contento Palombo e la richiesta di Tievoli». Il pm ha quindi domandato: «c'entrava qualcosa con l'utilità commerciale questo avvicinamento?» «Sì, un fatto commerciale, così ho preso tre piccioni con una fava». Per Schettino, un fatto «di immagine», poter far contenti gli ospiti a bordo.

Chiesi all’ufficiale di turno di essere avvisato a 5/6 miglia dal Giglio
«Chiesi all'ufficiale di turno di avvisarmi quando saremmo stati a cinque o sei miglia dal porto del Giglio», ha detto durante l'interrogatorio, Francesco Schettino, in aula per il processo che si sta svolgendo a Grosseto sul naufragio della Concordia. «Sono andato al tavolo del ristorante che avevo detto al maître di lasciarmi verso le venti e trenta», e prima, ha spiegato Schettino, «avevo detto all'ufficiale di rallentare la velocità della nave».

Non fu per far colpo su Domnica Cemortan
«Non l'ho fatto per fare un favore alla Cemortan», ha detto Francesco Schettino nel corso dell’interrogatorio, negando che il motivo dell'avvicinamento al Giglio fosse per fare colpo sulla hostess e ballerina moldava Domnica Cemortan. Schettino ha confermato che al momento dell'impatto la moldava era in plancia di comando insieme al maitre Tievoli - a cui Schettino invece volle fare il favore della manovra sotto l'isola -, a Ciro Onorato e altri. Secondo Schettino nelle crociere può capitare che gruppi di passeggeri siano ospitati in plancia di comando per osservare la navigazione e le operazioni di governo della nave. «Al massimo è ammessa una dozzina di passeggeri per volta» e «mai nelle navigazioni sotto costa», ha spiegato Schettino dicendo di ricordare che la direzione commerciale per queste esperienze faceva pagare 50-60 euro e che è usuale organizzare le visite in plancia nelle crociere in Norvegia dove i passeggeri non escono all'esterno.

Gli inchini sono sempre stati fatti
«Non avvisai nessuno perché non era prevista alcuna fermata. Non era una navigazione commerciale o turistica. Si è trattato di una accostata. Se avessimo dovuto fermarci tutto sarebbe stato diverso», ha detto durante l'interrogatorio. Il comandante ha più volte rimarcato che è trascorso del tempo dai fatti e quindi alcune circostanze sono difficili da ricordare e ha detto che i passaggi sotto costa, «si sono sempre fatti». Il comandante della nave, ha detto Schettino, ha la «facoltà di tracciare la rotta, ma non ha obbligo di informare l'armatore».

Rigido con le procedure di guardia
«Ero molto rigido e ligio con le procedure di guardia», ha detto Schettino durante l'interrogatorio. E ha confermato il fatto di essere molto “rigido” nell'assegnare i turni.

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