Norme e Tributi FiscoMini-rinvio per l'Imu agricola
Mini-rinvio per l'Imu agricola
di Gianni Trovati | 5 dicembre 2014

Il rinvio dell'Imu sui terreni ex montani ci sarà, ma non potrà arrivare fino a giugno perché le regole di contabilità europea non permettono di accertare quest'anno un'entrata destinata a diventare effettiva così tardi. Alla luce di questo problema, ricordato dalla Ragioneria dello Stato, la nuova data da segnare sul calendario sarà con tutta probabilità il 26 gennaio. Dopo di che, come promesso dal Governo, l'intera disciplina sarà rivista per dividere con criteri più razionali i terreni paganti da quelli esenti e questo riordino potrebbe essere retroattivo: i pagamenti di gennaio, in quest'ottica, potrebbero essere considerati “provvisori”, e dare luogo a rimborsi (o conguagli) una volta partoriti i criteri definitivi.
La decisione di rinviare l'appuntamento con i nuovi pagamenti, inizialmente previsti entro il 16 dicembre, è stata accolta con soddisfazione da professionisti, amministrazioni locali e partiti, che nei giorni scorsi si erano ribellati coralmente al decreto con i nuovi parametri spuntato in extremis. Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane, ha però fatto un passo in più, chiedendo espressamente al Governo di sospendere del tutto l'imposta, e in prospettiva di eliminarla. Sono bastate poche ore, in effetti, per rendersi conto che il rinvio non basta a risolvere il problema, tanto più dopo che il progetto iniziale del Governo di una proroga a giugno è inciampata nelle regole contabili.
Il problema è il seguente. La riscrittura dei parametri, che fa perdere l'esenzione totale in quasi 2mila Comuni e cambia le regole in altrettanti, serve a raccogliere 350 milioni di euro, che lo Stato ha già speso nelle coperture del “bonus Irpef”. Il nuovo obbligo di pagamento, quindi, si trasforma in un taglio di 350 milioni ai Comuni, chiamati a recuperare le risorse dai nuovi contribuenti Imu. In questo quadro, la proroga può rinviare il pagamento ma non il taglio operato sui Comuni, altrimenti si aprirebbe un buco nei conti dello Stato: i sindaci, quindi, dovrebbero poter iscrivere a bilancio in modo «convenzionale» un'entrata che arriverebbe solo dopo.
Questo il meccanismo e qui il problema: come ricordato dalla Ragioneria, l'accertamento convenzionale si deve trasformare in un incasso entro il mese di gennaio, per consentire che l'entrata sia considerata nel consolidato pubblico che l'Italia presenta a Bruxelles. La prova è in un precedente recente, quello della «mini-Imu» e della maggiorazione statale Tares che furono chieste ai contribuenti a gennaio di quest'anno, perché la relativa entrata era stata contabilizzata nel 2013.
Conseguenza: nei Comuni che hanno un'altitudine «al centro» fino a 280 metri tutti i terreni sono chiamati a pagare l'Imu, in quelli dove l'altitudine è fra 281 e 600 metri sono esenti solo i terreni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, e l'esenzione totale rimane solo da 601 metri in su. La scadenza per i nuovi contribuenti dovrebbe essere fissata al 26 gennaio (senza spostare, par di capire, quella del saldo Imu sui terreni che già pagavano con le vecchie regole), ma si pone il problema dell'aliquota nei tanti Comuni che non ne hanno mai decisa una perché i loro terreni erano esenti. Il parametro in questi casi dovrebbe essere quello standard, del 7,6 per mille.