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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2014 alle ore 21:20.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2014 alle ore 07:52.

«Ho incontrato Raffaele Cantone (presidente dell'Autorità Nazionale anticorruzione, ndr): ci potrebbe essere una richiesta di commissariamento degli appalti, se lui lo riterrà». Lo ha detto il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione antimafia sull’inchiesta Mafia Capitale. «Più rapidi di così non si poteva andare - ha aggiunto Pecoraro rispondendo alle domande dei componenti della commissione - speriamo che la Commissione possa iniziare a lavorare sin da lunedì».
«Entro la fine della settimana - ha aggiunto Pecoraro - arriveranno i tre nomi della commissione di accesso, dalla prossima si inizierà a lavorare sulle carte. L'auspicio è di non trovare tracce di infiltrazioni, altrimenti dovremo arrivare allo scioglimento per mafia del comune di Roma». Sui nomi coinvolti nell'inchiesta Pecoraro si è detto particolarmente stupito del coinvolgimento di Luca Odevaine. «Odevaine è sempre stato vicino alle istituzioni. Fino a ieri lo stimavo. Mai potevo immaginare una cosa del genere».
«A Roma - a ha poi spiegato il prefetto - ci sono esponenti di tutte le mafie, che agiscono nel settore del commercio, edilizia, in connivenza tra di loro ed esponenti della criminalità locale».
Pignatone: altre operazioni a breve
L’inchiesta intanto promette novità di sostanza. «A questa grande operazione di Mafia Capitale altre ne seguiranno a breve». Così ha annunciato il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, in audizione alla commissione Antimafia. Pignatone ha aggiunto che il Comune di Roma ha sospeso una gara per 25 milioni riguardante l’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, ndr) «perché si profilava un affidamento alle società di Buzzi», il presidente della cooperativa 29 giugno considerato al vertice, con l’ex terrorista nero Massimo Carminati, dell’associazione di stampo mafioso operante a Roma.
Pignatone: non unica associazione mafiosa a Roma
Pignatone ha ribadito che a Roma «non c’è un’unica associazione mafiosa che controlla, come a Palermo o Reggio Calabria», ma «ci sono alcune associazioni specifiche, come per esempio a Ostia i Fasciani e altre, collegate a Cosa nostra, nella città». Non ci sono morti per strada? «Non ci siamo basati su questo per parlare di associazione mafiosa, a Roma c’è il metodo mafioso, la violenza come metodo di intimidazione, per creare assoggettamento e omertà, come previsto dal 416 bis» ha aggiunto Pignatone, che ha spiegato come questa organizzazione criminale «non ha una struttura rigida», ma « il capo è Carminati, poi c’è un capo militare, Brugia, e uno che cura i rapporti politico-amministrativi, che è Buzzi». La caratteristica fondamentale di questa mafia è che «è romana e perciò non può non avere rapporti con la politica».
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