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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2014 alle ore 09:09.
L'ultima modifica è del 11 dicembre 2014 alle ore 12:07.
Ancora due arresti da parte dei carabinieri del Ros nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale. In manette sono finiti due imprenditori calabresi, Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, ritenuti essere legati alla cosca della ’ndrangheta Mancuso di Limbadi. L'operazione è stata eseguita dai carabinieri del Ros (Reparto operativo speciale) Lazio, al comando del colonnello Stefano Russo. Perquisizioni sono in corso nelle province di Roma, Latina e Vibo Valentia. L'accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso. Intanto i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma, hanno eseguito il sequestro di altre due società cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi. Il valore stimato supera i 15 milioni di euro.
Collegamenti con ’ndrangheta
Stando all'ipotesi accusatoria del procuratore capo Giuseppe Pignatone, dell'aggiunto Michele Prestipino e dei sostituti Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, i due imprenditori arrestati avrebbero avuto rapporti stretti con il presunto boss di mafia Capitale, Massimo Carminati, e col suo braccio operativo, Salvatore Buzzi. Secondo gli investigatori, Carminati avrebbe provveduto a far affidare un appalto per la pulizia del mercato Esquilino di Roma a Giovanni Campenni, imprenditore legato a doppio filo con la cosca, il quale avrebbe gestito la Onlus denominata Cooperativa Santo Stefano. L'operazione odierna, secondo gli investigatori, svela la fitta rete di rapporti criminali che avrebbe connotato l'organizzazione capeggiata da Carminati.
Secondo gli atti investigativi, che parlano anche di interessi della ‘ndrangheta nella gestione dei centri immigrazione, «l'attività di indagine ha documentato come già nel 2009 i citati Rotolo e Ruggiero si fossero recati in Calabria, su richiesta del Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli, in relazione all'esigenza di ricollocare gli immigrati in esubero presso il Cpt di Crotone».
L’ordinanza: i centri di accoglienza in Calabria
Si legge negli atti che «è stato accertato che la “Cooperativa 29 giugno” di Buzzi Salvatore negli anni 2008/2009 aveva gestito il Cara (Centro di accoglienza per i rifugiati), istituito dal Ministero dell'Interno, ubicato nel villaggio turistico Alemia di Cropani Marina (Cz) nato per sopperire al sovraffollamento di immigrati presso il Cpt di Crotone. L'appalto veniva aggiudicato nel periodo compreso tra il 20 ottobre 2008 ed il 31 marzo 2009, prevedendo uno stanziamento complessivo di circa 1.300.000,00 euro, per l'accoglienza di circa 240 immigrati, per i quali venivano corrisposti dal Ministero dell'Interno circa 35 euro l'uno al giorno. L'analisi condotta sugli estratti conto della “Cooperativa 29 Giugno” consentiva di accertare almeno due transazioni bancarie tra la suddetta cooperativa e la società ‘Ale.mia'.
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