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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2014 alle ore 15:39.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2014 alle ore 18:10.

Si è conclusa con una visita al cantiere del terzo ponte sul Bosforo, un progetto dell’italiana Astaldi, la “due giorni” del premier Matteo Renzi in Turchia. Un’occasione per tessere alleanze (la collaborazione Italia-Turchia è «strategica», ha detto il presidente del Consiglio), per invitare gli imprenditori turchi a investire da noi ma anche per inviare messaggi a “casa”. A cominciare dal mantra di Renzi: «Dobbiamo avere il coraggio di cambiare».
«O le riforme o il declino»
«I politici debbono avere il coraggio di fare le riforme, soprattutto in Italia, dove è necessario cambiare», ha rimarcato il premier nel giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. I settori da rivoluzionare sono sempre quelli: pubblica amministrazione, fisco e giustizia. E non c’è scelta, secondo Renzi: «Ritardare le riforme vuol dire condannare l’Italia a un lento declino». Un monito anche per la minoranza dem, al quale il segretario Pd ha già annunciato «segnali» nell’assemblea del partito in programma domenica.
Agli imprenditori turchi diamo il benvenuto
Aprendo i lavori del Business Forum a Istanbul, il presidente del Consiglio ha sottolineato la rilevanza strategica della collaborazione tra Italia e Turchia. «Abbiamo tante questioni aperte insieme: ci sono quelle economiche e commerciali. Agli imprenditori turchi dico che vi diamo il benvenuto. Agli imprenditori italiani che sono qui, 1.200 persone, storie e realtà con venti miliardi di dollari di interscambio dico che questo è il segno che vogliamo fare della globalizzazione un’opportunità». Renzi ha sottolineato la collaborazione e l’amicizia anche sulle grandi questioni internazionali: «Pensate alla Libia, alla Siria, all’Iraq, al Mediterraneo, ai Balcani». Esortando di nuovo ad avere coraggio: «Il futuro non appartiene a chi ha paura, ma a chi ha coraggio e voglia di cambiare».
Il ponte che unisce Asia ed Europa
«È emozionante lavorare a un progetto di un ponte di altissimo valore simbolico, che unisce Europa e Asia». Così il premier ha salutato il cantiere Astaldi del terzo ponte sul Bosforo, che sarà lungo un chilometro e 400 metri e sarà terminato nel 2016. Poi è rientrato in Italia, dove alle 18 presiederà il Consiglio dei ministri. Non senza un tweet per ricordare una delle pagine più brutte della storia italiana: «45 anni di Piazza Fontana. Un pensiero commosso alle vittime della strage, una ferita mai guarita nel nostro Paese».
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