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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2014 alle ore 12:52.
L'ultima modifica è del 15 dicembre 2014 alle ore 13:27.
«Da molto tempo sono dispiaciuto di dover svolgere nel mio partito un ingrato e doloroso compito da Cassandra, indicando con anticipo problemi e nodi che, in realtà, dovrebbero essere ben chiari a tutti». Raffaele Fitto, leader dell’ala dissidente dentro Forza Italia, rilancia. Ed evidenzia dal suo blog tutto il suo dissenso per la linea politica ondivaga del partito, anche se assicura di «tornare a farlo, sperando in extremis di correggere una rotta sbagliata, prima che sia troppo tardi». Per Fitto «la prima e gravissima conseguenza» delle «scelte sbagliate» di Forza Italia «sarà nella vicenda del Quirinale». Secondo l'europarlamentare, infatti, «Forza Italia rischia di arrivare a quell'appuntamento politico-parlamentare in una condizione di marginalità e di irrilevanza. Il rischio, a quel punto, è che il Pd cerchi di comporre in qualche modo le sue contraddizioni, eventualmente cercando - se necessario - altri interlocutori», archiviando il patto del Nazareno.
Fitto: mi spiace fare Cassandra, ma rischiamo marginalità
Fitto chiede un «nuovo protagonismo di Forza Italia». E aggiunge: «solo così potremo essere capaci di interloquire da pari a pari con vecchi e nuovi alleati, anziche' inseguirli, e quindi sfidare credibilmente la sinistra». Quanto alle prossime Regionali, Fitto evidenzia come «malgrado le durissime sconfitte già subite in Emilia e Calabria, non stiamo purtroppo lavorando alla rivincita». L’europarlamentare vede nelle primarie «la strada maestra per costruire una coalizione vasta e per mobilitare energie e cittadini». Ma finora «invece si è ostinatamente detto di no». E segnala in anticipo che, se a questo farà seguito anche «il solito ritardo nell'avanzare candidature già handicappate per essere calate dall'alto» sarà inevitabile la sconfitta («raccoglieremo tra qualche mese frutti molto amari»).
Rischio appiattimento sulla Lega
Quanto al “Cantiere della libertà” con la Lega, l’ex governatore pugliese teme il ripetersi dell’esperienza fallimentare in Emilia. «Un cedimento totale alla Lega non porterà alla vittoria di coalizione, ma solo a farci cannibalizzare dalle liste di Salvini», denuncia Fitto, che aggiunge: «per sei mesi ci siamo fatti dissanguare da Renzi, ora ci dedichiamo a fare la stessa cosa con la Lega». E sottolinea «un drammatico problema di credibilità su contenuti e linea politica», perché «nei giorni pari ci dichiariamo opposizione, ma nei giorni dispari rilanciamo il “Patto del Nazareno”. Da una parte ci dedichiamo giustamente a contestare le scelte fiscali di Renzi e della sinistra, ma dall'altra ci dimentichiamo di avanzare proposte credibili sul piano delle coperture e dei tagli di spesa».
Se Fi continua a sbagliare sarà irrilevante per Quirinale
E se Forza Italia continua con scelte sbagliate, «la prima e gravissima conseguenza sarà proprio nella vicenda del Quirinale» (le dimissioni del capo dello Stato sono attese a gennaio, ndr), perché Fi «rischia di arrivare a quell'appuntamento politico-parlamentare in una condizione di marginalità e di irrilevanza». Il rischio, a quel punto, è che il Pd «cerchi di comporre in qualche modo le sue contraddizioni, eventualmente cercando, se necessario, altri interlocutori». Anche se recentemente Berlusconi ha evidenziato che tra le conseguenze «logiche» del Patto del Nazareno stretto tra Pd e FI c'è anche il fatto che «non potrà essere eletto un capo dello Stato che a noi non sembri adeguato all'alta carica istituzionale che deve ricoprire».
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