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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2014 alle ore 11:28.
L'ultima modifica è del 17 dicembre 2014 alle ore 18:18.

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Confindustria si costituisce parte civile nel processo avviato dalla procura di Roma con l’inchiesta su Mafia capitale. Lo ha annunciato il delegato di Confindustria per la legalità, Antonello Montante, in occasione del seminario del Csc sulla lotta alla corruzione. Nel rapporto “Il rebus della ripresa - La corruzione zavorra per lo sviluppo”, il CsC sottolinea che se «l'Italia riuscisse a ridurre la corruzione ai livelli della Spagna», il suo tasso di crescita «annuo aumenterebbe di 0,6 punti percentuali». Ed evoca quasi 300 miliardi bruciati negli ultimi 20 anni a causa della corruzione.

Orlando: bene Confindustria parte civile, imprese in regola danneggiate
La decisione di Confindustria di costituirsi parte civile nell'ambito del procedimento penale su Mafia Capitale è stata subito definita «un fatto importante, nuovo e positivo» ed «un segnale di volontà di contribuire a un riscatto» da parte del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, interpellato dai cronisti al suo arrivo in Confindustria per il seminario del Centro studi. «Credo - ha spiegato Orlando - che come la buona politica e la pubblica amministrazione subiscano un danno, anche le imprese che rispettano le regole siano le prime danneggiate da queste vicende». Anche il sindaco di Roma Ignazio Marino ha espresso a Confindustria «sincero apprezzamento» per la decisione.

CsC: corruzione zavorra per l'economia: in 20 anni persi 300 mld
Nella sua analisi il CsC sottolinea come la corruzione deprima il Pil, e rappresenti «una zavorra per l'economia», tanto che se «l'Italia riuscisse a ridurre la corruzione ai livelli della Spagna, obiettivo non certo impossibile visto che la distanza è di 0,7 punti, il suo tasso di crescita annuo aumenterebbe di 0,6 punti percentuali».L'Italia è fanalino di coda sulla corruzione fra i Paesi sviluppati, dietro Turchia e Spagna con la Danimarca e la Germania al primo e secondo posto. «Se con Mani pulite l'Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia», ossia un punto in meno, «il Pil sarebbe stato nel 2014 di quasi 300 miliardi in più, circa 5mila euro a persona» in questo arco di oltre venti anni.

Più poteri all'Autorità anticorruzione
Per il Centro studi di Confindustria, l'Italia è pù corrotta perché la «giustizia non previene né reprime», la burocrazia è inefficiente e le norme sono molto confuse, nel sistema politico «c'è poca accountability», ci sono molte sinergie con la criminalità organizzata e c'è una scarsa dotazione di capitale sociale. La lotta alla corruzione, secondo il CsC, si fa premiando chi «rompe lo scambio corrotto», con il ripristino del reato di falso con una pubblica amministrazione più trasparente, una burocrazia più efficiente e con più poteri all'Anac, Autorità nazionale anti corruzione.

Mafia a Roma, Marino: consegnato dossier appalti a Cantone
Da segnalare l’incontro tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Camtone. «È stata una riunione operativa dove abbiamo portato il lavoro, condotto dall'assessore al Bilancio e dal segretario generale, di raccolta di tutti gli appalti e le procedure di acquisti di beni e servizi degli ultimi anni del Comune di Roma. Un lavoro diviso per aree strategiche» ha riferito Marino, che ha aggiunto: «Sono estremamente soddisfatto perché Raffaele Cantone ha espresso la sua forte volontà di affiancarci con un'azione di vigilanza che ci rafforza e ci dà maggiore serenità»

Orfini attacca Pecoraro: fa più interviste di Salvini
Sul fronte dell’inchiesta Mafia Capitale, va registrata la bordata dal commissario romano del Pd Matteo Orfini, presidente del partito di Matteo Renzi, contro il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. «Tra le tante curiosità della situazione romana c'è anche quella di avere un prefetto che fa più interviste e dichiarazioni di Salvini», ha scritto Orfini su Twitter.

Buzzi a riesame: nessun illecito con Carminati
Il tribunale del riesame, intanto, è impegnato da stamattina a valutare i ricorsi presentati dai difensori di Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno, arrestato per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'inchiesta su `Mafia Capitale´, e da quelli di altre 16 persone finite in manette. Buzzi, che ha preso la parola davanti al collegio presieduto da Bruno Azzolini, ha voluto precisare di aver «incontrato per la prima volta Massimo Carminati (l'ex estremista dei Nar accusato insieme a Buzzi di essere al vertice di Mafia Capiatle, ndr) nel 2012» e di «non aver commesso con lui alcun illecito».

Guidi: Mise farà ispezioni mirate su cooperative
Il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, durante il question time alla Camera, ha annunciato invece che il Ministero dello Sviluppo economico farà una serie di «ispezioni straordinarie mirate» nel mondo delle cooperative. Lo ha annunciato detto, rispondendo alla interrogazione di alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle che chiedevano conto di quanto emerso dall'inchiesta `Mondo di mezzo´ in particolare sulla cooperativa “29 Giugno”.

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