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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2014 alle ore 11:14.
L'ultima modifica è del 29 dicembre 2014 alle ore 14:29.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi (Ansa)Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi (Ansa)

«Abbiamo numeri per eleggere successore» di Napolitano
Tema centrale delle prime domande al premier la successione di Napolitano e il toto nomi per il prossimo inquilino del Quirinale. «La legistaura finirà nel 2018 e ci sono i numeri per eleggere il presidente della Repubblica», specifica irritato Renzi che non intende sbilanciarsi in nessun modo: «Incredibile ipotizzare nomi a molti giorni dalle attese dimissioni di Napolitano e dall’inzio dell’iter per la sua sucessione». Certamente «quando arriverà il momento saremo nelle condizioni di esprimere un nome attorno al quale si coaguli la maggioranza prevista dalla Costituzione e l'affetto degli italiani». «Un presidente della Repubblica c'è», ha ricordato poi Renzi, e «svolge il suo servizio con passione, determinazione, efficacia ed energia incomiabili, non manca di fare sentire la propria voce nelle sedi competenti e di offrire il proprio autorevole contributo, come nel vertice particolarmente interessante con la Germania a Torino».

Nessun rischio interferenze delle toghe su corsa al Quirinale
C’è poi lo spazio per una replica indiretta al collega di partito Ugo Sposetti, preoccupato di un possibile «attivismo» delle Procure sul mondo politico finalizzato a influire sull'elezione del prossimo capo dello Stato. «Non la penso come Sposetti - ha spiegato il premier - non credo ci siano 202 franchi tiratori. Ho grandissima stima della magistratura, non ho mai avuto timori di dire quello che penso sulla magistratura, e cioè i giudici parlino con le sentenze». Per Renzi «una magistratura seria non interferisce con le sentenze, ne sono certo. E comunque non c'è alcuna possibilità per una classe politica che faccia il proprio mestiere di essere condizionata da interventi esterni.

Italicum legge seria: «è un Mattarellum con preferenze»
Inevitabili anche le domande sulla riforma della legge elettorale meglio nota come Italicum , che Calderoli, vicepresidente leghista del Senato, definisce «una riforma con capilista bloccati». Io, spiega Renzi, « preferisco considerarlo un Mattarellum con preferenze, e ne apprezzo l'assoluta semplicità», senza dimenticare che, «è seria e dà governabilità all'Italia»: «Non vedo perché dover negare il diritto avendo comunque un capolista che è un candidato di collegio». L’approvazione della riforma elettorale da parte del Senato dovrebbe avvenire «entro gennaio», per poi « tornare in tempi rapidi alla Camera».

Italicum, sì a clausola di salvaguardia, «ma si approvi, c’è un limite a tutto»
Tra le novità della conferenza stampa, il via libera ufficiale del premier alla cosidetta “clausola di salvaguardia” sui tempi di entrata in vigore della nuova legge elettorale. «Non sono contrario», ha spiegato Renzi, «però arriva alla fine». «Il punto di discussione è chiudere sulla legge elettorale. Siccome questa legge elettorale la useremo nel febbraio 2018, se qualcuno vuole mettere la clausola di salvaguardia nel 2016, siamo disponibilissimi a discuterne in tutte le sedi e in tutte le salse. Però si fa la legge elettorale, iniziare a dire prima, a mettere le mani avanti, voglio prima la clausola di salvaguardia, sembra il tentativo di non voler realizzare questo risultato. Quindi - ha concluso Renzi - disponibilità vera, disponibilità reale, nessuno di noi può avere la verità in tasca, ma, per cortesia, il sano senso dell'urgenza ci porti a chiudere rapidissimamente, perchè c'è un limite a tutto».

Vicenda maro’, «utile mantenere contatti senza show»
Una domanda riguarda la vicenda dei maro'. «Ciascuno di noi - sottolinea il premier - si tiene dentro di se il giudizio su quello che è stato fatto in Italia, ma ultimamente l'India come Paese amico ha aperto un canale che noi abbiamo apprezzato». Insomma, «è utile mantenere il tono dei canali legittimi giudiziari e diplomatici senza inutili show e iniziative incredibili». Serve piuttosto «un po' di buon senso e di rispetto» in questa vicenda, «noi ci stiamo occupando di questa vicenda dal 22 febbraio, faremo il nostro meglio, speriamo di poter portare a casa il risultato in una logica di collaborazione con l'India».

L'incontro con la stampa, organizzato dall'Ordine nazionale dei giornalisti, è iniziato alle 12.00 presso la Nuova Aula del palazzo dei gruppi parlamentari della Camera, a pochi passi da palazzo Chigi. Più di 40 le domande che verranno poste al premier dai giornalisti delle testate accreditate, secondo un ordine sorteggiato alla vigilia dall'Associazione stampa parlamentare.

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