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Niente proroga per gli inquilini a rischio sfratto

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decreto milleproroghe

Niente proroga per gli inquilini a rischio sfratto

Milano - Resta fuori dal decreto milleproroghe (n. 192/2014), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre, il blocco degli sfratti per fine locazione, un aiuto riservato agli inquilini che si ritrovano con il contratto di affitto scaduto e in possesso di alcuni requisiti (nuclei bisognosi, con sulle spalle anziani, portatori di handicap, malati terminali e un reddito annuo lordo che non superi i 27mila euro).

Dal ministero delle Infrastrutture spiegano che il rinvio non è stato inserito nel milleproroghe visto che nel decreto casa sono stati incrementi i fondi per affitti e morosità incolpevole. I due fondi prevedono uno stanziamento complessivo di 446 milioni di euro: 200 milioni per gli affitti e 226 per la morosità incolpevole. A questi si aggiunge uno stanziamento di 400 milioni per la ristrutturazione degli alloggi nelle case popolari, che completa il quadro che il Governo ha messo a punto per risolvere il problema dell’emergenza abitativa.

Il blocco degli sfratti è stato prorogato già per 30 volte: «Il Governo ha rotto la rituale liturgia», ha infatti commentato con soddisfazione il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, aggiungendo che c’è stata «più di una proroga all’anno dall’infausta legge dell’equo canone, che non risolse alcun problema ma nel contempo ne creò tanti». Mentre Confedilizia confida che «il governo, contro ogni suggestione, tenga ferma la decisione», il Sunia (sindacato di inquilini e assegnatari) promette battaglia: «Chiederemo ai prefetti di non concedere forza pubblica per questo tipo di sfratti e ci impegneremo affinché in sede di legge di conversione del decreto venga inserita la proroga». Secondo il Sunia sarebbero circa 30mila le famiglie - concentrate soprattutto a Roma, Napoli, Milano e Torino - che rischiano di essere sfrattate nei prossimi giorni.

Un’altra misura che non ha trovato spazio nel milleproroghe è quella riguardante l’integrazione del 70% della retribuzione persa a causa della riduzione di orario lavorativo dovuto ai contratti di solidarietà: per legge tale integrazione, dovuta alla cassa integrazione guadagni straordinaria, è pari al 60% ma fino al 31 dicembre 2014 si poteva contare su un 10% aggiuntivo, che non è però stato prorogato. Il risultato è che dal 1° gennaio i contratti di solidarietà di tipo A assistiti da Cigs non saranno più integrati al 70% ma solo al 60.

Fino al 2013 i lavoratori in solidarietà avevano potuto contare su un aiuto pari all’80% della retribuzione persa, grazie a una maxi integrazione del 20 per cento. Dal 1° gennaio 2014 (per un anno) questa ulteriore integrazione era scesa al 10%, come previsto dalla legge di stabilità n. 147/2013. Nella Finanziaria del 2015 (legge n. 190/2014) non è stato introdotto alcun allungamento, per cui l’ultima spiaggia era rappresentata dal decreto milleproroghe, su cui però non è sbarcata alcuna proroga per l’aiuto destinato ai lavoratori in solidarietà.

francesca.milano@ilsole24ore.com

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