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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2015 alle ore 17:19.
L'ultima modifica è del 04 gennaio 2015 alle ore 15:03.

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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi a CourmayeurIl presidente del Consiglio Matteo Renzi a Courmayeur

Il prossimo presidente della Repubblica sarà «un arbitro, non un giocatore» capace di «rappresentare l'unità d'Italia». Così il premier Matteo Renzi al Tg5, auspicando che all’Italia sia evitata «la figuraccia» dell'aprile 2013, sicuro comunque che il Parlamento procederà «in modo abbastanza rapido».

«Beato sulla bici», il premier descrive il suo futuro dopo palazzo Chigi
Quando nel corso dell’intervista, il premier ha nuovamente replicato alle accuse - avanzate ieri dal M5S - di aver utilizzato un volo di Stato per raggiungere Courmayer dove ha trascorso alcuni giorni di vacanza con la famiglia. «Finché faccio il Presidente del Consiglio seguo le regole di questo Paese. Quando smetterò di fare il Presidente del Consiglio tornerò beato e sorridente alla mia bicicletta. Nel frattempo, rispettando le regole, parliamo di cose serie», ha spiegato.

Riforma elettorale e del Senato le «cose serie» da completare nel 2015
Tra le “cose serie” del 2015 - «un anno molto difficile, ma anche entusiasmante» - Renzi ha quindi ricordato «il percorso di riforme si deve ora concretizzare», riferendosi in particolare alla legge elettorale e alla riforma costituzionale. Riguardo la Pa, poi, «dobbiamo finalmente premiare i bravi e punire i furbetti, fino ad arrivare alla scuola, che è la madre di tutte le riforme». «Sarà l'anno della decisione della determinazione e del coinvolgimento dei cittadini”, ha concluso il premier.

La newsletter al Pd: successione Napolitano passaggio delicato
Con meno ottimismo rispetto alla conferenza stampa di fine anno, Matteo Renzi aveva ricordato l’elezione del successore di Napolitano al Colle, prima sfida politica del 2015 appena iniziato, anche in una lettera agli iscritti al partito diffusa ieri. «Nelle prossime settimane ci sarà anche da eleggere il presidente della Repubblica. Ovviamente sarà un passaggio delicato e difficile, come dimostra la storia parlamentare anche di questa legislatura. E succedere a un grande italiano come Giorgio Napolitano non sarà semplice». Lo faremo, assicura «senza ansia, senza angoscia, senza paura», ma «velocemente».

Ieri la replica via tweet alle accuse M5S: volo di stato imposto da regole
Il premier aveva invece affidato ad un tweet la sua replica a tambuto battente alle accuse mosse dai 5 Stelle relativo all’utilizzo improprio dei voli di Stato. «Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi - questo il tweet di Renzi - non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza #regole»

Agenda fitta e “ritmata” fino all’estate
L’agenda dettata dal premier nella newsletter agli iscritti Pd è, come sempre, a largo raggio e “ritmata”. Si parte a gennaio con «provvedimenti su economia e finanza», seguiti a febbraio da nuovi interventi sulla scuola. A marzo il Green Act - sull'economia e l'ambiente in vista della grande conferenza di Parigi 2015. Aprile «sarà il mese di cultura e Rai». A maggio «tutti i riflettori sul cibo, agricoltura, turismo, made in Italy: arriva l'Expo». A giugno in calendario le liberalizzazioni «e prima dell'estate il punto sullo sport anche in vista della candidatura per le Olimpiadi del 2024».

Le incompiute: riforma giustizia, fisco e legge elettorale
Molte cose avviate nei primi 10 mesi del governo Renzi devono comunque andare in porto. Per l’ex sindaco di Firenze, «è fondamentale che la grande opera di riforma della giustizia civile e del fisco vada avanti secondo i tempi stabiliti». Insomma, «dobbiamo arrivare ad avere tempi europei e un sistema di certezza del diritto che in questi anni è cambiato». Quanto alla legge elettorale, «chiuderemo già dalle prossime settimane», senza vincitori nè vinti, almento nel partito: « Tra di noi eravamo divisi tra chi voleva i collegi (modello Mattarellum) e chi le preferenze (come in consiglio comunale). Avremo gli uni e gli altri».

Nel 2018 di nuovo al voto, fino ad allora «datemi una mano»
«Tra tre anni, quando torneremo a votare i cittadini - garantisce il premier nella newsletter degli iscritti Pd - ci diranno se abbiamo avuto ragione a provare la strada coraggiosa e impervia delle riforme a tutto campo con questa legislatura». Fino ad allora, conclude, «chiedo a tutte le democratiche e i democratici di non mollare di un solo centimetro e di continuare a darmi una mano. A darsi una mano. Questo Paese merita tutta la nostra fatica, tutta la nostra energia, tutto il nostro entusiasmo».

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