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1/6 Le vittime di Charlie Hebdo/Il direttore Stephane Charbonnier

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    (Ap/LaPresse)
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    1/6 Le vittime di Charlie Hebdo/Il direttore Stephane Charbonnier

    Per tutti era Charb ma il suo nome completo era Stephane Charbonnier. Aveva 47 anni ed era dal 1992 a Charlie Hebdo, di cui aveva assunto la direzione nel 2009. Charb si era sempre detto pronto a morire in piedi piuttosto che rinunciare alla libertà di espressione di cui Charlie Hebdo si è sempre proclamato paladino in Francia. Le sue irriverenti caricature di politici e di figure pubbliche apparivano soprattutto su Charlie Hebdo, ma anche su testate di sinistra o semplicemente umoristiche. Era stato proprio lui a decidere di pubblicare le vignette del profeta Maometto, quelle che nel 2006 dalla Danimarca avevano infiammato tutto il mondo islamico, provocando numerosi morti. In seguito a questa vicenda era sotto protezione della polizia, dopo aver ricevuto minacce di morte.
    Intervistato da France Info, lo stesso Charb spiegava che la caricatura, in particolare quella più dura ed intransigente, permetteva di «sublimare la violenza: chissà cosa saremmo diventati senza la matita». E agli islamici che lo accusavano di essere blasfemo, Charb aveva risposto, spiazzandoli: perché non fate una rivista satirica contro di noi, i laici? Solo pochi giorni fa aveva pubblicato una una vignetta davvero profetica. «Ancora nessun attentato in Francia», si legge sul disegno, mentre un talebano armato risponde: «Aspettate. Abbiamo tempo fino a fine gennaio per farci gli auguri».

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