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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2015 alle ore 13:30.
L'ultima modifica è del 09 gennaio 2015 alle ore 23:33.

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L'uomo prigioniero nell'edificio dove erano i fratelli Kouachi a Dammartin-en-Goele non era un ostaggio perché i terroristi non si sono mai accorti della sua presenza. Lo rivelano gli inviati sul posto di BFM-TV. Era nascosto in uno scatolone e ha avvertito la polizia con cellulare.

I presunti attentatori del giornale satirico Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi, sono morti. È il bilancio dell'assalto da parte delle forze speciali francesi alla stamperia di Dammartin-en-Goele dove erano asserragliati con un ostaggio i due autori della strage a Charlie Hebdo. Durante l’azione delle teste di cuoio si sono sentiti spari, forti detonazioni e dall'edificio si è levato del fumo. In azione anche elicotteri delle forze speciali.

Gli assassinierano asserragliati in un capannone nel paesino di Dammartin-en-Goele, area Seine-et-Marne. La cittadina si trova a meno di 50 chilometri a nord est di Parigi e a 13 chilometri di distanza dall'aeroporto Charles de Gaulle.

L’ombra di un commando diviso in cellule
Col passare delle ore la sensazione che non eravamo di fronte a un gruppetto isolato è divenuta certezza. Facevano parte della stessa filiera jihadista i due fratelli autori della strage di mercoledì al giornale satirico Charlie Hebdo e il sospettato dell'uccisione di una poliziotta l'indomani a Montrouge, a sud di Parigi. Si tratta di Amedy Coulibaly, il terrorista che oggi a Parigi ha sequestrato diversi ostaggi in un negozio ebraico ed è stato poi ucciso in un blitz dalle teste di cuoio: pesante il bilancio del sequestro, quattro ostaggi uccisi e almeno quattro feriti gravi.

Il giovane Kouachi arruolato dall’imam di Londra
Lo stesso Chérif Kouachi, raggiunto al cellulare questa mattina da BFM TV, ha affermato di essere in missione per “al Qaida dello Yemen”. L’uomo è stato arruolato in carcere da un seguace di Abu Hamza, l'ex imam radicale della moschea londinese di Finsbury Park estradato dalla Gran Bretagna agli Usa (e condannato proprio oggi all’ergastolo, a New York), scrive il Daily Telegraph, secondo cui Djamel Beghal, franco-algerino incarcerato per il suo importante ruolo in Al Qaeda, divenne amico di Kouachi dieci anni fa, quando i due erano in prigione in Francia: gli disse che stava cercando volontari per una nuova rete terroristica. Beghal aveva frequentato assiduamente la moschea di Finsbury Park negli anni Novanta.

Da Parigi a Mogadiscio allo Yemen
Shebab, gruppo islamista della Somalia, definisce eroici i due presunti assassini di Parigi. Da anni l’Africa è insanguinata dall’estremismo islamista, ieri la terribile strage dei Boko Haram in Nigeria (leggi qui) costata la vita a 2mila persone. Altre rivendicazioni sono arrivate dalla stessa al-Qaeda nella penisola araba (Aqap) e da esponenti dell’Isis in Iraq.

Le rivelazioni del capo degli 007 britannici
Oltre 20 piani per attacchi terroristici legati ad al Qaeda in Siriacontro obiettivi occidentali sono stati registrati negli ultimi 14 mesi: lo ha detto il direttore generale dei servizi segreti interni britannici MI5, Andrew Parker, secondo quanto riporta il quotidiano Financial Times. Alcuni di questi piani sono stati realizzati con successo, come l'uccisione di quattro persone lo scorso maggio al museo ebraico di Bruxelles da parte di un cittadino francese, mentre altri sono stati sventati.

Novecento fermati in tre giorni
È di novecento fermati il bilancio della mega retata effettuata dalla polizia in tutta la Francia a partire da mercoledì, giorno della strage nella redazione di Charlie Hebdo. Le persone fermate, riporta il sito israeliano Debkafile, sono sospettate di essere coinvolte in attività terroristiche di matrice islamica.

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