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Bce: acquisti per 500 miliardi

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Bce: acquisti per 500 miliardi

  • –Alessandro Merli

LE MODALITà

Gli economisti temono

che il rischio di perdite possa

essere attribuito alle banche

centrali nazionali: «Sarebbe

la fine dell’unione monetaria»

FRANCOFORTE

Lo staff della Banca centrale europea ha messo sul tavolo del consiglio questa settimana diverse opzioni per l’acquisto di titoli pubblici, in vista dell’atteso annuncio del quantitative easing (Qe) alla riunione del 22 gennaio. Secondo diverse fonti monetarie, una delle ipotesi presentate mercoledì è stato l’acquisto di 500 miliardi di euro (la soglia più bassa della forchetta indicata finora dagli economisti di mercato) di titoli investment grade, che escluderebbe quindi Grecia e Cipro. Gli oppositori del Qe, secondo alcune di queste fonti, sarebbero pronti ad accettare una somma più alta a patto che il rischio, almeno di una parte degli acquisti, non venga assunto dalla Bce nel suo bilancio, ma resti alle banche centrali nazionali. Un punto cruciale, secondo molti: la mancata condivisione del rischio metterebbe in crisi l’idea stessa di unione monetaria, secondo l’economista Paul de Grauwe, della London School of Economics.

L’idea che il Qe sia necessario si sta facendo strada nel consiglio, secondo diverse indicazioni, soprattutto dopo la pubblicazione del dato dell’inflazione di dicembre, negativo per la prima volta da oltre cinque anni, e l’aspettativa diffusa che l’inflazione possa restare sotto zero per buona parte dell’anno. Ieri si sono fatte sentire però ancora una volta voci di dissenso: Sabine Lautenschlaeger, ex vicepresidente della Bundesbank e oggi membro del comitato esecutivo, ha ribadito, secondo il settimanale tedesco “Spiegel”, la sua opposizione all’acquisto di titoli pubblici in questo momento, ritenendo che possa trattarsi solo di una misura di ultima istanza. Il voto contrario della signora Lautenschlaeger vorrebbe dire che entrambi i membri tedeschi (dando per scontata l’opposizione del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann) potrebbero schierarsi contro il Qe, a differenza di quanto avvenne due anni fa al lancio del piano anti-crisi Omt, che fu invece appoggiato da Joerg Asmussen. Il governatore della Banca centrale estone, Arno Hansson (che peraltro non voterà al prossimo consiglio, in virtù della rotazione introdotta proprio all’inizio del 2015 con l’ingresso della Lituania, che ha portato i consiglieri a 25), ha ripetuto in un’intervista a Bloomberg Tv di ritenere il Qe “problematico”. Un altro oppositore dichiarato è il presidente della Banca centrale olandese, Klaas Knot. Nei poco più di dieci giorni che mancano alla riunione, toccherà all’abilità diplomatica del presidente Mario Draghi raccogliere il più ampio consenso possibile.

Il consiglio non ha finora preso alcuna decisione. Resta incerto sia il volume degli acquisti (che potrebbero essere integrati da quelli di titoli di enti europei, come Ue, Bei, Efsf e Esm, e da obbligazioni societarie) e il tempo di attuazione. Se realizzato in un solo anno, l’importo di 500 miliardi di euro vorrebbe dire oltre 40 miliardi al mese, che, sommato alle operazioni su obbligazioni bancarie garantite e titoli cartolarizzati (Abs) già in corso, costituirebbe un intervento non lontano da quelli della Federal Reserve americana. Diluito su due anni, invece lo stesso importo sarebbe insufficiente, secondo le valutazioni di mercato. La Bce ha l’opzione di dichiarare un importo complessivo oppure un importo mensile. È meno probabile che dichiari volumi e tempi illimitati, date le possibili controversie legali, come quelle già sollevate contro l’Omt.

La scelta di puntare su titoli investment grade avrebbe il vantaggio di escludere, almeno temporaneamente, la Grecia, dove si svolgeranno le elezioni tre giorni dopo la riunione del consiglio Bce, almeno fino a che non venga concordata un’estensione del programma economico con i creditori internazionali. La situazione greca non farà rinviare la decisione sul Qe, ha detto giovedì il membro del comitato esecutivo Benoit Coeuré. L’ipotesi alternativa, di acquistare solo titoli tripla A non sembra percorribile, in quanto penalizzerebbe eccessivamente Italia e Spagna. Quanto alla suddivisione dei titoli da acquistare, ci si potrebbe basare sulle quote dei Paesi nel capitale della Bce o sulla quota nel mercato del debito sovrano, o una combinazione dei due parametri.

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Il bilancio delle Banche centrali

Fonte: Statistiche di banche centrali nazionali