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«Grexit? Fantapolitica pura»

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«Grexit? Fantapolitica pura»

La «Grexit», ovvero l’uscita della Grecia dall’area euro, non è contemplata dai Trattati. L’addio di Londra all’Unione europea, la cosiddetta «Brexit», sarebbe invece possibile. Parola di André Sapir, senior fellow del think tank Bruegel ed ex consulente economico della Commissione Ue.

La settimana scorsa il dibattito europeo è stato dominato da indiscrezioni e smentite di una «Grexit». Lo scenario sarebbe possibile?

No, non sarebbe possibile. Il Trattato non lo prevede e sancisce che l’adesione all’euro è irrevocabile, non esistono regole che vanno nella direzione opposta. Un’ipotesi del genere sarebbe, inoltre, una follia dal punto di vista economico e politico, per la Grecia e per i partner. Se poi vogliamo fare un esercizio di fantapolitica...

Proviamoci. Che cosa succederebbe se la Grecia decidesse di uscire dal club dell’euro?

Atene dovrebbe ripristinare la sua Banca centrale nazionale per poter stampare moneta, perché con l’introduzione dell’euro questo non è più possibile per gli istituti nazionali. È chiaro che la decisione creerebbe una frattura, la Grecia non rispetterebbe più gli obblighi assunti con i partner europei e sarebbe naturale una sua uscita dall’Unione. Questo, infatti, è possibile. Dubito, però, fortemente che i Paesi europei vogliano rinunciare a un angolo del Mediterraneo, strategico dal punto di vista economico e politico. E poi, lo ripeto, è fantapolitica pura.

La «Brexit» sarebbe invece consentita?

Teoricamente sì e, a mio avviso, non è un’ipotesi neppure così remota. Il Trattato di Lisbona prevede infatti un meccanismo di recesso volontario e unilaterale. Il rapporto conflittuale tra Londra e Bruxelles è un fenomeno non nuovo . Alla fine degli anni 50, prima di arrivare ai Trattati di Roma, l’Europa si trovava a un bivio: poteva scegliere se limitarsi a essere una zona di libero scambio o una Comunità economica con il sogno di un’unione politica. Per Londra si tratterebbe di tornare a quel progetto relegato in soffitta.

Quali sarebbero i tempi?

Abbastanza veloci, da uno a due anni. Occorrerebbe avviare i negoziati per definire la nuova relazione che dovrà intercorrere tra la Ue e la Gran Bretagna. A quel punto, però, gli altri non avrebbero più alibi per proseguire sulla strada di una maggiore integrazione.

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