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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2015 alle ore 13:34.
L'ultima modifica è del 12 gennaio 2015 alle ore 16:41.

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Riforme istituzionali e legge elettorale entrano nel vivo. Matteo Renzi punta a incassare un voto su modifiche costituzionali e legge elettorale entro fine gennaio, prima, cioè, che i grandi elettori siano chiamati a esprimersi sul successore dell'attuale presidente della Repubblica che il 14 dovrebbe formalizzare le sue dimissioni. Oggi pomeriggio in Aula a Montecitorio, riprende la discussione sul Ddl riforme costituzionali. Al termine della Giunta del Regolamento della Camera il voto segreto è stato ammesso «al massimo, su 6-7 emendamenti, inerenti a minoranze linguistiche e par condicio».

Riforme: non oltre 6 o 7 voti segreti su minoranze e par condicio
I 6 o 7 voti segreti riguarderanno le minoranze linguistiche e la par condicio, non le disposizioni volte a introdurre in Costituzione principi in materia elettorale e l'immunità di parlamentari e governo, temi sui quali si procederà a voto palese, malgrado la richiesta contraria dell’opposizione.

Ripreso esame in aula alla Camera
Il testo del Ddl riforme costituzionali, già approvato dal Senato l'8 agosto, dopo l’ok in commissione alla Camera, è giunto in Aula il 16 dicembre, ma è stata votata solo una manciata di emendamenti. L’esame monopolizzerà i lavori fino a giovedì, per poi riprendere lunedì 19 fino a venerdì 23. Dopo quella data ogni giorno è buono per il voto finale (poi, nei piani di Renzi, toccherà al Senato entro marzo, ma servirà anche una seconda lettura, almeno a distanza di 3 mesi, sia alla Camera che al Senato, e a marzo-giugno 2016 potrebbe essere tenuto il referendum confermativo). Il testo non corre grossi rischi, dopo che, con l'ok da parte del Senato l'8 agosto, sono stati sconfitti i contrari al Senato non elettivo.

Le incognite sull’Italicum
Discorso diverso per l'Italicum. Dopo l'ok avuto dalla Camera il 12 marzo, al Senato il testo è stato a lungo in Commissione (dove sono stati depositati 18mila emendamenti, di cui 16mila della Lega), senza il via libera alle nuove norme decise da Renzi: premio di maggioranza alla lista (e non alla coalizione), soglie di sbarramento abbassate al 3%, ritorno delle preferenze tranne che per i 100 capilista bloccati. In questo caso la prossima deadline sarà martedì alle 20, termine entro cui sarà possibile presentare gli emendamenti. La minoranza Pd (una trentina di senatori) e i seguaci di Raffaele Fitto (una ventina) potrebbero saldarsi contro la norma sui capilista bloccati. Forza Italia inoltre chiede di tornare al premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista vincente.

Napolitano riceve Renzi e Boschi
Intanto oggi il premier Matteo Renzi ha incontrato per circa un'ora al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo ha confermato il presidente del Consiglio rientrando a piedi a Palazzo Chigi e legando l'incontro all'Assemblea plenaria domani a Strasburgo che chiuderà il semestre di presidenza italiano della Ue. Napolitano, ha ricevuto questa mattina al Quirinale anche il Ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Al centro dei colloqui un ultimo giro di ricognizione sullo stato dell'arte per quanto riguarda le riforme, il cui iter parlamentare entra nel vivo proprio questa settimana, la situazione economica e la situazione della sicurezza dopo gli attentati di matrice islamica a Parigi.

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