Notizie ItaliaGli ultimi atti di Napolitano: martedì il saluto al personale
Gli ultimi atti di Napolitano: martedì il saluto al personale
11 gennaio 2014
Alle ore 12 del 13 gennaio, martedì prossimo, Giorgio Napolitano ha fissato il suo incontro con il personale del Quirinale per i saluti. Prima di loro vedrà i corazzieri. Due appuntamenti fissati mentre Matteo Renzi chiuderà, con un discorso a Strasburgo, il semestre europeo di presidenza italiana. Una coincidenza che fa pensare che sarà il 14, presumibilmente, il giorno in cui il capo dello Stato firmerà la sua lettera di dimissioni, la trasmetterà ai vertici istituzionali (presidenti di Camera e Senato e presidente del Consiglio) e lascerà il Quirinale per traslocare a Palazzo Giustiniani.
Tornerà a fare il senatore a vita e lo farà probabilmente iscrivendosi al gruppo misto, seguendo - cioè - la scelta fatta dal suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi. Il gruppo misto oggi è guidato da Loredana De Petris di Sel e, oltre a parlamentari vendoliani, conta di dissidenti grillini espulsi: un contesto che non sembra in sintonia con la storia politica di Giorgio Napolitano e soprattutto con le sue idee in tema di politica estera. Se ha maturato questa scelta, l'ha fatto seguendo la scia del suo predecessore e soprattutto concentrerà la sua presenza nelle istituzioni più nelle attività di Commissione che in quella del gruppo.
È noto che la vocazione principale del capo dello Stato sia quella della politica internazionale: era l'ambito di cui si occupava quando era senatore a vita, ed è stato l'ambito dove ha svolto larga parte della sua attività politica. Accanto però a un'altra passione, che è quella della vita delle istituzioni, delle riforme e dell'ammodernamento dello Stato. Se ne occupò quando era a Bruxelles ed è stato al centro del suo mandato presidenziale soprattutto degli ultimi anni. Dunque sono queste le due destinazioni possibili quando tornerà a fare il senatore a vita: commissione Esteri in prima battuta, ma non è escluso che potrebbe anche essere la commissione Affari costituzionali. Proprio l'attenzione con la quale ha seguito il percorso delle riforme, Italicum e nuovo Senato, lo porterà comunque molto vicino al dibattito politico, in particolare nel Pd.
Ma se questo è il suo futuro, i prossimi giorni saranno segnati da una serie di passaggi. Se il saluto con il personale del Colle è fissato il 13 gennaio, presumibilmente il 14 Napolitano lascerà il Quirinale e subentrerà come supplente Pietro Grasso, presidente del Senato e seconda carica dello Stato. Con il suo addio, dopo 15 giorni cominceranno le votazioni a Camere riunite: quindi dal 29 in avanti, ogni giorno potrebbe essere quello utile. Anche se, dato che Renzi ha fissato alla quarta votazione la probabile elezione, si comincerà a entrare nel vivo dopo un paio di giorni, quando si saranno già svolte le prime tre votazioni che richiedono una maggioranza dei due terzi mentre alla quarta il quorum richiesto è la maggioranza assoluta.
Ieri di nuovo si sono ricorse voci di possibili short list compilate da Renzi e cominciate a far circolare in ambienti Pd e di Forza Italia. E proprio il premier ieri ha sferrato un attacco ai tecnici e alla tecnocrazia che è sembrato un segnale anche sul Quirinale: il nome dovrebbe essere quello di un politico. L'ultimo di cui si parla è Sergio Mattarella ma il suo gradimento tra i berlusconiani è ancora in discussione. E anche su Romano Prodi cominciano a circolare voci di possibili gesti di “pacificazione”. Una testata vicina all'ex premier, Il Regno, in un editoriale parla proprio della possibilità che la pacificazione possa essere fatta da chi ha un passato politico nello schieramento di centro-sinistra alludendo al cursus honorum di Prodi.
Ma nella short list renziana comparirebbero anche i nomi di uomini del Pd: Piero Fassino, Pierluigi Castagnetti e comincia a essere forte anche la voce di Dario Franceschini.