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la strategia dell’orrore

Video choc dell’Isis: bimbo uccide due russi accusati di spionaggio. Mosca: dubbi sulla sua autenticità

Un nuovo orrore, commesso da un bambino di dieci anni, dopo le bambine fatte esplodere in un mercato in Nigeria da Boko Haram. Questa volta le milizie jihadiste sunnite dello Stato Islamico (Isis) hanno diffuso un video nel quale si mostrano le immagini di un bambino che uccide a sangue freddo con una pistola due uomini accusati di lavorare per i servizi segreti russi Fsb. Un video di sette minuti agghiacciante e sapientemente montato (non è da escludere qualche trucco di computer grafica) che alimenta la propaganda dello Stato Islamico a colpi di immagini mirate a infondere terrore. Le scene sono state “intercettate” sulla rete dall'organizzazione Usa Site Intelligence Group che monitora i siti web jihadisti. Il video è stato realizzato dal braccio mediatico di Isis, al-Hayat Media.

Mosca: ha tutta l’aria di una provocazione
Il Governo russo ha però espresso dubbi sulla sua autenticità. Ha tutta l’aria di «una provocazione», ha detto il portavoce del ministro degli Esteri Alexander Lukashevich. «I nostri servizi di sicurezza lo analizzeranno attentamente. È come se qualcuno volesse mettere in scena un’altra provocazione contro la Russia». Anche una fonte anonima del governo americano citata dal «Christian Post» ha parlato di video di propaganda «messo in scena» dall’Isis.

Un fermo immagine del filmato è stato pubblicato sul suo account Twitter da Rita Katz, la direttrice del Site. «L'Isis ha raggiunto un nuovo livello di depravazione morale», il commento della Katz che guida un’organizzazione che analizza e monitora le attività dei siti islamisti sul web.

Il video, della durata di sette minuti, mostra due uomini inginocchiati uccisi da un bambino, Abdullah, dopo essere stati filmati durante un interrogatorio nel quale ammettevano di aver cercato di infiltrarsi nei ranghi dell'Isis in Siria.

Con il titolo inglese «Scoperta di un nemico interno», il video ha un commento in russo e inizia con l'interrogatorio di uno dei due uomini, che afferma di essere kazako e di essere stato reclutato dai servizi segreti russi, l'Fsb. Il secondo, di cui non viene data la nazionalità ma che afferma di aver lavorato in precedenza per l'Fsb in Russia, sostiene di essere stato arruolato per contattare un non meglio precisato combattente dell'Isis.

Seguono le immagini dell'esecuzione, e infine lo stesso bambino compare in un video di propaganda filmato in un campo di addestramento e già diffuso nel 2014 e nel quale afferma di voler uccidere degli «infedeli»: dichiara di chiamarsi Abdallah e di provenire dal Kazakhistan.

In Iraq il Califfato distrugge anche le moschee
Lo Stato islamico (Isis) intanto prende di mira anche le moschee sunnite, ovvero i luoghi di culto della stessa confessione islamica alla quale si richiama il Califfato di Abu Bakr al Baghdadi. Nella sua roccaforte in Iraq, Mosul, le milizie jihadiste hanno fatto saltare per aria due moschee. La denuncia è stata fatta dall'imam sunnita Emad al Beiati, come riferisce oggi il sito online del quotidiano panarabo «al Quds al Arabi». «I miliziani dell'Isis - ha detto l'imam - dopo aver fatto ucire i fedeli hanno collocato degli ordigni facendoli brillare subito distruggendo le moschee di al Amawiya e al Fateh» che si trovano nella parte orientale della città di Mosul. Lo stesso religioso ha spiegato che «i jihadisti hanno portato via l'imam Iddriss al Nueimi e tre fedeli per essersi opposti a loro».

Al Quds al Arabi ricorda che l'organizzazione terroristica finora ha distrutto a Mosul 25 luoghi di culto musulmani «per il motivo che nelle moschee distrutti c'erano delle tombe». Per gli uomini del califfato infatti mausolei e tombe di santi, anche se musulmani e della loro stessa confessione, non devono stare nei luoghi dove i fedeli compiono la funzione della preghiera. Il motivo? La preghiera è diretta unicamente ad Allah e non ad altri anche se santi, perché altrimenti è considerata idolatria.

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