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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2015 alle ore 11:14.
L'ultima modifica è del 15 gennaio 2015 alle ore 09:29.

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Il ricercatissimo “quarto uomo”, complice dei fratelli Kouachi e di Amedy Coulibaly negli attacchi terroristici della settimana scorsa, a Parigi che sono costati la vita a 17 persone fra vignettisti, poliziotti, persone comuni di religione ebraica a far la spesa in un supermercato kosher, è stato identificato dagli inquirenti grazie alle chiavi di una moto trovate nel rifugio di Coulibaly, secondo Le Parisien. L'uomo potrebbe però essere già fuggito in Siria.

Un video mostra il sequesto nel supermercato kosher
Intanto spunta un video che mostra il momento del sequestro di ostaggi da parte di Coulibaly nel supermercato kosher. Il terrorista tiene in mano l'arma con la quale minaccia un ostaggio, obbligandolo a sbarrare la porta. Poi gli altri ostaggi che cercano di sostenersi, fino al momento - dice la Cnn - in cui 4 di loro vengono uccisi.

L’attentatore ha acquistato le armi in Belgio
Mentre emergono nuovi particolari sul killer: Amedy Coulibaly ha comprato le armi in Belgio. Lo riferiscono i media, scrivendo che il “venditore” si è presentato ieri alla polizia. Secondo Libre Belgique, il mitragliatore Scorpio di Coulibaly proveniva da Bruxelles. L'uomo avrebbe acquistato anche i kalashnikov usati dai fratelli Kouachi alla stazione di Bruxelles Midi per meno di 5000 euro.

Al Qaeda rivendica l’attacco contro Charlie Hebdo
Intanto il braccio di al-Qaeda nello Yemen ha rivendicato ufficialmente l'attacco contro la sede del magazine Charlie Hebdo a Parigi, che ha provocato 12 morti. Lo ha riferito l'inviato di al-Jazeera a Sana'a.

In un video sull'attacco di Parigi, intitolato «Vendetta per il Profeta» e diretto «alla comunità islamica», il capo militare dell’organizzazione Nasr Ali bin al-Ansi ha affermato che la leadership di al-Qaeda nello Yemen (Aqap) «ha scelto l'obiettivo, elaborato il piano e finanziato l'operazione» eseguita dai fratelli Kouachi, definiti «due eroi dell'islam».

Gli Usa: video rivendicazione è autentico
Il video prosegue quindi con al-Ansi che, riferendosi sempre ai due terroristi, dichiara: «Noi chiediamo ad Allah di accettarli tra i suoi martiri». Il leader di Aqap ha precisato quindi che «il risultato dell'operazione è stato l'uccisione di vignettisti del settimanale, di impiegati e di agenti». Una delle vittime - ha concluso al-Ansi, riferendosi al direttore di Charlie Hebdo, Charb - «era nella lista dei ricercati diffusa dal magazine Inspire», la rivista di propaganda di al-Qaeda.

In serata l'intelligence americana ha stabilito che il video di rivendicazione dell'attentato di Parigi alla rivista Charlie Hebdo, da parte del ramo yemenita di Al Qaida, è autentico. A dirlo Marie Harf, portavoce del dipartimento di Stato Usa.

Isis attacca Charlie Hebdo
Anche l’Isis, l’organizzazione islamista attiva fra Siria e Iraq in competizione con al Qaeda, si fa sentire con i suoi media. La pubblicazione da parte di Charlie Hebdo di nuove vignette «offensive nei confronti del profeta» è stato «un gesto estremamente stupido». Così i jihadisti dell'Isis hanno attaccato il settimanale satirico francese attraverso Al Bayan Radio, che trasmette nelle aree controllate dallo Stato Islamico in Siria e in Iraq.

Europol: 5mila cittadini europei all’estero tra i jihadisti
Anticrimine UeLa rivendicazione di al Qaeda in Yemen giunge all’indomani dell’allarme lanciato dall’agenzia anticrimine dell’Ue: secondo il capo di Europol, Rob Wainwrightm, tra 3.000 e 5.000 cittadini europei hanno lasciato il continente per unirsi agli jihadisti di Isis o di al Qaeda per combattere in Siria, Iraq o in altri fronti.

«La più grave minaccia terroristica dall’11 settembre»
Il numero uno dell'agenzia anticrimine dell'Ue ha avvertito che quella attuale è «senza alcun dubbio la più grave minaccia terroristica che l'Europa deve affrontare dall'11 settembre». In un contesto in cui sembra non si possa mettere fine all'orrore: non solo gli ostaggi decapitati dall'Isis in Siria, non solo i bambini massacrati dai talebani pakistani a scuola, in un video diffuso dai jihadisti il boia di due presunte spie russe è addirittura un bambino di 10 anni. I 5.000 jihadisti europei al fronte all'estero sono «giovani uomini che eventualmente potrebbero tornare a casa e hanno il potenziale o l'intenzione di compiere attacchi come quelli della scorsa settimana».

«Impossibile prevenire attacchi al 100%»
Europol ha finora schedato nel suo database di terroristi 2.500 persone.
Tuttavia, il capo dell'antiterrorismo Ue, Gilles de Kechove, ha avvertito che «non si possono prevenire nuovi attacchi al 100%». La soluzione, ha aggiunto, non può essere quella di imprigionare i cosiddetti «foreign fighters» (gli occidentali andati a combattere in Siria ed Iraq che tornano in patria) perché le carceri sono diventate «grandi incubatrici» di radicalizzazione.

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