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lotta al terrorismo

Terrorismo, Germania ritira il passaporto ai sospetti che vanno in Siria e Iraq

  • –con un articolo del nostro corrispondente

Mentre si discute una difesa europea comune, se rimettere in discussione il trattato di Schengen sulla libera circolazione, se l’Europa sta andando verso un Patriot Act (la legge restrittiva varata da Bush dopo gli attentati dell’11 settembre ndr) la lotta al terrorismo si scontra con la realtà degli strumenti giuridici a disposizione. In queste ore i Paesi europei tentano di arginare la paura di nuovi attacchi mentre in altri Paesi i poteri restrittivi in mano alla magistratura servono a limitare la libertà di stampa, è il caso della Turchia.

A Berlino ritiro documenti
Il Bundestag ha varato oggi una norma che prevede il ritiro dei documenti d'identità fino a tre anni ai fondamentalisti islamici che tentino di raggiungere Siria o Iraq, finiti tra i sospetti nell'allarme terrorismo. I documenti ritirati saranno sostituiti con tessere particolari, in cui viene segnalato il divieto ad uscire dalla Germania.

A Parigiapologia di terrorismo
La Francia intanto tenta di arginare con le norme vigente l’ondata di intolleranza o sarebbe meglio dire intolleranze seguita all’attacco terroristico a Charlie Hebdo con i reati d’opinione. Sono stati infatti aperti 54 procedimenti per «apologia del terrorismo» in seguito agli attentati a Parigi della scorsa settimana, costati la vita a 17 persone. Lo ha annunciato il ministero della Giustizia, ripreso da Le Parisien. Finora si contavano 15 inchieste per scritte e 10 per attacchi con «armi, fuoco o esplosivi» contro moschee e luoghi di culto islamici. A queste si sono aggiunte, 11 procedure per volantini anti-musulmani, 19 per infrazioni commesse contro le forze dell'ordine e 14 per cyber-attacchi.

Uno dei casi di `apologia del terrorismo´ dopo la strage riguarda il controverso umorista Dieudonnè, arrestato stamane dopo essere stato messo sotto indagine già tre giorni fa, in seguito alla marcia di Parigi in memoria delle vittime degli attentati. Allora Dieudonnè, pur definendo la manifestazione «leggendaria», aveva scritto un messaggio su Facebook in cui ironizzava definendosi «Charlie Coulibaly».

Ad Ankara si vietano le vignette
Era abbastanza clamorosa la notizia di ieri dalla Turchia secondo cui Cumhuriyet, un giornale dell’opposizione laica e kemalista, che certo non vive un gran momento con il presidente Erdogan epsressione di un partito a impronta religiosa, che decide di pubblicare alcune vignette di Charlie Hebdo, numero del 14 gennaio in edicola da oggi. Oggi tutto sembra tornare alla normalità ai tempi di Edogan: un tribunale turco blocca la pubblicazione delle pagine sul sito internet: si tratta della caricatura del profeta che è oggi la copertina con cui il giornale ha tirato 3 milioni di copie e altri due milioni sono in arrivo.

La decisione di bloccare la pubblicazione - già molto sofferta, non tutti in redazione erano d’accordo - è stata presa da un tribunale di Diyarbakir (sud-est), il tribunale turco ha bloccato le pagine del sito, scrive l'agenzia Anatolie perché «quelle vignette colpiscono i valori sacri dei musulmani e sono dunque «provocazione» ha detto un ministro del governo islamo-conservatore vicino a Erdogan.

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