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Colle, il 29 gennaio la prima votazione

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Colle, il 29 gennaio la prima votazione

GLI EQUILIBRI

Al Pd, con i suoi circa

450 elettori, mancherebbero

55 voti per poter eleggere

il nuovo capo dello Stato

dalla quarta votazione

Con la decisione presa ieri da Giorgio Napolitano di rassegnare le dimissioni è iniziata ufficialmente la delicata partita per l’elezione del nuovo inquilino del Colle. La presidente della Camera, Laura Boldrini, Costituzione alla mano, ha convocato per il 29 gennaio alle 15 la prima seduta in cui dovranno riunirsi i cosiddetti grandi elettori. La data doveva essere stabilita entro i 15 giorni successivi alle dimissioni e, come previsto, si è deciso di utilizzare tutto il tempo a disposizione per consentire a Camera e Senato di proseguire le votazioni su riforme e legge elettorale.

Della partita faranno parte i 630 deputati, i 321 senatori (compresi i 6 a vita) e i 58 rappresentati delle regioni. Ogni regione, infatti, manderà a Roma 3 rappresentanti (due della maggioranza e uno dell’opposizione) tranne la Valle d’Aosta, che proprio ieri ha scelti il suo unico rappresentante. Gli altri 19 consigli regionali si riuniranno dal lunedì 19 gennaio fino al 27 gennaio. In questo caso, in base agli equilibri interni ai singoli consigli (al netto di possibili sorprese) la distribuzione dei delegati regionali dovrebbe essere: 34 per il Pd, 22 per Fi e 2 autonomisti. Tutto da verificare però come la distribuzione avverrà, all’interno di Pd e Fi, tra maggioranza e dissidenti. La questione non è di secondaria importanza, date le regole per l’elezione del capo dello Stato. Nelle prime tre votazioni serve la maggioranza dei due terzi dei grandi elettori: in questa elezione 672 voti su un totale di 1.009 tra deputati, senatori e rappresentanti delle regioni. Il partito con più elettori è il Pd (circa 450), ma è difficile che, anche con i voti di Fi (circa 140), riesca a coagulare i consensi, entro la terza votazione, attorno a un nome sotto l’ala del Patto del Nazareno. Dalla quarta votazione in poi, per eleggere il nuovo inquilino del Colle servirà una maggioranza più bassa:la metà più uno dei grandi elettori, vale a dire 505 voti. In questo caso al Pd, con i suoi circa 450 voti, mancherebbero 55 voti per scegliere il nuovo capo dello Stato. Un pacchetto che Fi (circa 140 voti) potrebbe ampiamente fornire. Ma a sballare i numeri potrebbero pensarci i dissidenti Pd (i parlamentari non renziani sono più di 100) e quelli di Fi (circa 30).

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