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    Per la prima volta due donne ai vertici di Camera e Senato: Valeria Fedeli presidente “temporanea” a Palazzo Madama

    Valeria Fedeli (Agf)
    Valeria Fedeli (Agf)

    Mentre si discute sui candidati alla corsa al Quirinale, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana due donne occupano la seconda (sia pur in via temporanea) e la terza carica dello Stato: Valeria Fedeli e Laura Boldrini. Un dato unico in un Paese che registra da sempre un deficit nel rapporto tra donne e politica. Un Paese nel quale finora nessuna donna è mai stata presidente della Repubblica, presidente del Consiglio o presidente del Senato (Valeria Fedeli è ora presidente supplente). Un Paese nel quale è stato necessario attendere il 1979 per avere la prima donna, Nilde Iotti, presidente della Camera dei deputati.

    Al Senato presidenza temporanea a Valeria Fedeli
    In base all’articolo 86 della Costituzione il presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano, ha assunto temporaneamente le funzioni di presidente della Repubblica. E le funzioni di presidente del Senato sono ora ricoperte dalla vice presidente di Palazzo Madama, Valeria Fedeli, ai sensi dell'articolo 9, secondo comma, del regolamento del Senato, che recita: «Il presidente del Senato designa il vice presidente incaricato di esercitare le sue funzioni in caso di temporaneo impedimento». Valeria Fedeli è stata, infatti, designata da Pietro Grasso a ricoprire le funzioni di presidente del Senato, scelta fra i quattro vice presidenti di Palazzo Madama (gli altri sono Linda Lanzillotta, Roberto Calderoli e Maurizio Gasparri).

    Chi è Valeria Fedeli
    Valeria Fedeli, dopo essere stata candidata come capolista in Toscana nelle liste del Pd, è stata eletta senatrice per la prima volta alle elezioni del febbraio 2013. Dal 21 marzo 2013 è vice presidente del Senato. «La definizione che sento più mia - scrive sulla sua pagina web - l'ha data una volta un giornale: una sindacalista pragmatica. Sono femminista, riformista, di sinistra».

    Nel 1946 in 21 all’Assemblea Costituente
    Nella corsa al Quirinale dopo le dimissioni di Napolitano sono in pista anche nomi al femminile, da Anna Finocchiaro a Roberta Pinotti, da Paola Severino a Marta Cartabia. Ma da sempre al traguardo del Colle arriva poi un uomo. La difficoltà delle donne a giungere ai livelli più alti di responsabilità e a essere elette viene definita con l’immagine del “soffitto di cristallo”, un termine lanciato dalla stampa americana degli anni '80. Quel “soffitto di cristallo” che è una invisibile barriera che tiene le donne lontane dai vertici e che spesso è una somma di sottili meccanismi di discriminazione e di processi di auto-esclusione. Nel 1946, che è l’anno del riconoscimento del diritto di voto alle donne italiane, le elette all'Assemblea costituente furono 21 su 558 componenti, dunque il 3,7%. Per la prima donna ministro bisogna poi attendere il 1976, quando arriva Tina Anselmi, come ministro del Lavoro nel III Governo Andreotti. Preceduta di 25 anni dalla prima donna sottosegretario, l'onorevole Angela Maria Cingolani Guidi (nominata nel 1951 sottosegretario al ministero dell'Industria e del Commercio del VII Governo De Gasperi). Bisogna attendere il 1996 per avere la prima donna giudice costituzionale, Fernanda Contri, divenuta il 10 marzo 2005 la prima donna vice presidente della Corte Costituzionale (cessata dalla carica di vice presidente il 6 novembre 2005). Dalla prima legislatura della Repubblica che vide eleggere 4 senatrici e 39 deputate oggi le donne in politica sono un po’ aumentate: sono 86 le senatrici su 315 (pari al 27,3%) e 198 su 630 le deputate, pari al 31,4%. Sette le attuali donne ministro. Qualche miglioramento c’è stato, ma la strada per la parità di genere in politica è ancora lunga. E in salita.

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